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LEZIONE 27

L’IMMAGINAZIONE
 

Riproduttiva e Creativa.
La volta scorsa sostenemmo che la memoria si riferiva al passato, ed operava in stretto contatto con l’intelligenza e con l’immaginazione. Per completezza d’indagine, questa volta dobbiamo parlare dell’immaginazione e renderci conto del ruolo che lei gioca sul nostro futuro. Leggiamo la definizione d’immaginazione dal vocabolario.
La capacità propria della mente di riflettere e di collegare gli elementi forniti dall’esperienza sensibile, senza attenersi a regole precise. Si parla d’immaginazione ricca, vivida, fervida, fertile. C’è l’attitudine all’immaginazione. Ci sono parole che stimolano l’immaginazione. Nei bambini è molto sviluppata. Le sue speranze o le paure che lo assalgono, sono frutto d’immaginazione. Il protagonista del romanzo è stato concepito dall’immaginazione dell’autore. Eccetera.
L’immagine è la rappresentazione mentale interiore prodotta dalla memoria.
Per immaginare, dunque, è necessario che ci sia già qualcosa nella memoria. Bisogna aver visto, sentito, sperimentato. In dipendenza di ciò, si ha un’immagine viva, fervida, aperta, oppure, smorta, misera, chiusa. Per educare adeguatamente i nostri figli dobbiamo essere bene informati sui lati buoni e negativi di quest’attività. In una delle passate lezioni ci fermammo a considerare il gioco come immaginazione del futuro. Le immagini sorgono da stimoli esterni sui sensi, e pertanto sono copie delle forme percettibili delle cose. Come copie, non sono intense, stabili e perfette, come le percezioni originali. Per tale motivo, le immagini possono ingannarci facendo sembrare montagne le piccole dune, e di poca importanza le cose rilevanti.
Le immagini sono di molte specie: visive, olfattive e tattili, a seconda che sono state prodotte dalla vista, dall’odore e dal tatto. Qualche volta l’immaginazione può diventare allucinazione. Di che si tratta? Sono impressioni o immagini mentali di una tale vivezza, da sembrare percezioni reali, e che si presentano alla mente senza uno stimolo esterno. Le allucinazioni avvengono, quando è represso un desiderio non soddisfatto, e nascosto nell’inconscio. Pensandoci sopra, il desiderio diventa attivo, e imbocca la strada verso la consapevolezza. Le allucinazioni sono causate anche da tumori al cervello, da droghe e da alcolici. Sulle allucinazioni per ora può bastare, e torniamo a bomba.
Fra le persone normali, le immagini sono di due specie:
Immaginazione riproduttiva, quando si richiama alla mente una precedente esperienza sensoriale, ricevuta dall’occhio o dall’udito;
Immaginazione creativa, si ottiene, quando si modifica, o si combina selettivamente, l’immagine di una precedente esperienza, per un certo fine o scopo. Non è possibile immaginare:
Senza i sensi del corpo.
Senza emozioni.
Senza la volontà.
Senza l’intelligenza.
Le profondità del subconscio e dell’inconscio conservano tracce o ricordi di tutto. Non dimentichiamo che ciò che ora appartiene al subconscio e all’inconscio, nel passato, è stato di certo un’esperienza cosciente, o piacevole, o dolorosa, o indifferente. Amici che leggete, vi prego di pensare a quanti errori pedagogici si commettono con i nostri bambini, e di riflettere a quanti riscontri negativi si rilevano con l’aumentare dell’età. Per non scrivere un romanzo, vi descriverò su queste pagine tre casi che accadono più frequentemente: l’odio per un certo cibo, il pianto nel primo giorno di scuola, la cosiddetta timidezza.
L’odio alla carne. Molti genitori sono convinti erroneamente che la carne è un elemento essenziale per la crescita del bambino, e pretendono ad ogni costo che il figlio la mangi. Spesso lo rincorrono per la casa, pur di costringerlo ad ingoiare il pezzo di carne. In tal modo, invece di essere un momento d’unità, il pranzo diventa un momento di lotta tra madre e figlio. Così facendo, si crea nell’animo del bambino la convinzione che il pasto comune è un momento da evitarsi. Appena più grandi, non siederanno più a tavola insieme ai genitori, i quali lamentano l’assenza, ma non ricordano che proprio loro l’hanno causata. Poi, quando alle riluttanze del bambino si accompagnano le minacce, quella famiglia cade dalla padella nella brace. La stessa cosa si può dire per il latte, la mozzarella, i fagioli, gli agrumi, la verdura.
Molti genitori si lamentano che il bimbo piange e trema, quando arriva a scuola per il primo giorno. Se il genitore si comporta in questo modo, senza offesa, bisogna dire che il tal genitore è crudele, falso e ipocrita. La crudeltà consiste nel fatto che lo lascia lì e va via dicendo: Si deve abituare. Poi rivolta all’amica, si scopre: Non vedevo l’ora di togliermelo dai piedi. Questi i fatti, ed ecco la spiegazione. Quand’era piccolo, e in casa si mostrava vispo, la mamma diceva: Non fare il monello. L’anno prossimo ti porto a scuola e la maestra ti punisce. Ti mette in ginocchio e ti dà le bacchettate. Il tempo passa, e quando arriva il primo giorno di scuola, ecco la crisi del piccolo. Immagina che è vero tutto quello che gli fu minacciato. Il terrore lo invade e piange per non restare. I genitori ipocriti, fanno finta di sbalordirsi, e non pensano all’errore pedagogico commesso. Con questi alunni, l’educazione scolastica è un buco nell’acqua. Fin tanto che il bambino è piccolo, subisce, perché non può ribellarsi, ma appena l’età glielo permette, manda tutto e tutti a quel paese. E’ giusto continuare a lamentarvi dei vostri figli? Capite almeno perché scrivo in difesa dei giovani?
La terza circostanza sotto osservazione è la timidezza? Timido è un soggetto privo di coraggio e di decisione. Agisce e si esprime in maniera incerta ed impacciata per il timore di sbagliare, o per l’imbarazzo d’essere osservato. Molti educatori fanno finta di scendere dalle nuvole, quando si accorgono che il loro giovanotto già quindicenne, si mostra timido. Non se ne sanno spiegare il perché e l’accettano come una croce. Invece, ad ogni cosa c’è una risposta. Da piccolo non gli hanno mai permesso di fare qualcosa, lo hanno servito come il prete all’altare, e gli hanno impedito di giocare, lo hanno tenuto seduto davanti alla TV. Voleva parlare, ripetere la lezione, recitare una poesia, ma la risposta era sempre la stessa: Stai zitto! Non dire scemenze con quella bocca! Qualche anno dopo: Come ti vesti? Non vedi quanto sei ridicolo? Il giovane adesso, è timido? Di certo non è colpa sua. La timidezza, se non è ricevuta in eredità, è insegnata, dunque. Per farla breve, i casi in cui può trovarsi questo infelice, sono due. 1) Rimane timido ed impacciato per tutta la vita, e sarà il classico incompetente. 2) Trova un gruppo d’amici che lo sveglia, e il timido cadrà nell’eccesso opposto. Diventa sfacciato, indisponente, vandalo, e forse, ladro o drogato. Volete ancora sostenere che è colpa sua, oppure dite di non sapere perché è timido? In ogni caso, perché vi lamentate ad avere un figlio o un alunno timido?
Al contrario dei tre casi sopra citati, se nei primi anni, il bambino è investito da liete esperienze, quando sarà più grande, l’immaginazione, le riproduce per usarle come elemento di creazione. Per praticità, ritorniamo ai tre esempi precedenti, vissuti con esperienze pedagogicamente corrette.
Nutrimento. Nei primi anni di vita si soddisfano le esigenze del bambino senza forzature e senza imposizioni preconcette. Mangia a tavola e impara a gustare di tutto. Desidera di sedere in intimità, impara a servire, quando occorre, e diventa un galantuomo.
La paura della scuola non ci sarà, se al bambino è stata fatta desiderare come luogo d’incontro, e come attività per apprendere tante belle cose, oltre per imparare a stare insieme.
Si tenga presente che i fatti dolorosi del passato, possono ornare ad ossessionare nei sogni. Suscitano nuovo orrore dovuto alla mancanza di controllo cosciente, come pure alla mancanza di verifica nella realtà esteriore. E’ ovvio che non tutti i sogni sono incubi. Tanto è vero che le persone normali non sono mai traumatizzate dai sogni. Il sogno è più affine all’immaginazione creativa che a quella produttiva. Non è mai, in ogni caso, una creazione dal nulla, nel senso che si fonda su elementi d’esperienza reale. L’immaginazione, come tutte le altre cose, è soggetta all’evoluzione. Nella prima infanzia, la fantasia ha la supremazia sul mondo esterno. Con il passare del tempo si manifesta sempre più il senso critico fra il sogno e il mondo esterno, fra l’esperienza soggettiva e la realtà sociale. C’è anche da notare che l’infanzia possiede un certo grado d’illusione.
L’immaginazione del bambino si manifesta e si sviluppa specialmente nel gioco, come fu spiegato nella lezione dedicata a quest’argomento. Si affermare che l’uomo è tale, quando gioca, e il modo ideale di lavorare, è trasformare il lavoro in gioco. Nei bambini soddisfa in qualche modo, il bisogno d’amare e di essere amati, sublima il bisogno di potenza, rafforza il dominio della personale affermazione, e infine, offre un innocuo sfogo all’istinto aggressivo. I bambini timidi, con il gioco, possono diventare più coraggiosi, e imparare insieme con gli altri, il vantaggio della cooperazione. In pedagogia si usa la seguente espressione: Il gioco è il suo lavoro, lasciatelo giocare.
L’immaginazione dei giovani va disciplinata, e lo studio della natura apre la mente alle meraviglie e alle bellezze dell’Universo, e di conseguenza del Creatore.
Il modo migliore per far conoscere la Natura, è quello di presentarla nella sua maestosa realtà.
La natura palpita di vita.
La natura è ordinata nella sua bellezza.
La natura è piena di segreti che attendono di essere scoperti.
Nella natura, per trovare bisogna cercare.
Alla domanda: Che cosa osserviamo nella Natura? Rispondo:
Nella Natura osserviamo:
La lotta per l’esistenza.
La necessità per l’ardimento.
Il valore della tenacia.
Il merito della pazienza.
Il coraggio per sopravvivere.
Nella Natura incontriamo tranquillità, maestosità, pace. Nell’incontro con la natura, la mente e l’immaginazione del bambino sono eccitate e disciplinate al tempo stesso. Gradualmente, egli diviene consapevole della sua umanità, si rende conto del proprio posto nell’Universo, è stimolato dal desiderio di conoscere più a fondo, si sveglia innanzi alla realtà, si convince che il pensiero e l’immaginazione sono tonificati dal contatto con il mondo e con la vita, e se vuole trovare ispirazione, deve tornare là costantemente. L’orizzonte intellettuale del ragazzo si amplia con lo studio della storia e della geografia, estendendosi nel tempo e nello spazio, ma di questo, n’abbiamo già parlato in precedenti lezioni.
C’è un’altra attività per rinvigorire l’immaginazione del bambino e la stimolo all’immaginazione fantastica: il disegno. Con il disegno dal vero, il bambino esercita l’occhio all’osservazione, al confronto e alla precisione. Le sue mani imparano ad essere, libere e agili. Vedendo le solite cose, con occhi nuovi, non si sarà mai tristi o annoiati. Inoltre, disegno e pittura, sono mezzi di comunicazione complementari alla parola e alla scrittura. La conoscenza ed il significato degli esseri esistenti, si raggiungono prima della parola scritta o a voce, e il bambino disegna prima di essere capace di scrivere.
Con il disegno, le cose sono espresse in forma concreta, e per quanto inadeguato il tentativo, richiamerà sempre alla mente l’oggetto che interessa.
Il disegno,
E’ un mezzo diretto di comunicazione.
Facilita la comprensione.
Diminuisce le probabilità di non capire le parole scritte o parlate.
Il disegno e la pittura diventano anche uno sfogo salutare per le emozioni. Possono significare una ribellione alla tirannia ed esprimere un violento sentimento d’aggressione ansiosamente represso. Senza la distrazione del disegno, le persone irritabili continuerebbero ad essere mentalmente in fermento. Gioia e tristezza, speranza e disperazione, ira e risentimento, possono trovare sulla tela o sul foglio, uno sfogo calmante, salutare e socialmente accettabile. La pittura è completa come distrazione. Lo sforzo creativo trasporta lo spirito in un mondo tutto suo, in un ambiente fantastico, dove desideri e capricci sono soddisfatti, e dove l’uomo è creatore, non più costretto e limitato, ma libero e potente, per dare esistenza e movimento alle creature della sua mente. L’immaginazione è la fata potente in mezzo alle energie umane. Ha la funzione di magico potere, è capace di avvolgere radiosamente ciò che desidera, ha la forza di venire fuori del buio e dalla tristezza. L’immaginazione, tuttavia, ha bisogno:
Della disciplina.
Della ragione.
Della realtà.
Altrimenti, farà deviare.
Per essere controllata, l’immaginazione ha bisogno di:
Ragione ed Equilibrio.
Sanità ed Ordine.
Nutrite la sana immaginazione nei vostri figli. Grazie.
Ho finito.


Antonino Cappiello - Mercoledì 9 gennaio 2008

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