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LEZIONE 32

 

 PENSIERO 2

Il secondo atto della mente è chiamato giudizio. Si esprime oralmente o per iscritto attraverso la proposizione. Il giudizio è più della semplice apprensione, con cui si vede, si osserva e si constata. Con il giudizio si va più in fondo, si fa un successivo passo avanti, si compromette la propria intelligenza.

Il giudizio afferma o nega, ed è vero o falso. Vi sono 4 possibilità:

Afferma ed è vero.  E’ uscito il sole.   Il fuoco è caldo.

Afferma ed è falso.  L’asino vola.       Il fuoco è freddo.

Nega ed è vero.        Non piove.          Omero non è vivo.

Nega ed è falso.       L’anima non è spirituale. Omero non è morto.

Cos’è dunque, la verità? La verità è un giudizio della mente conforme alla realtà. Il giudizio è la proposizione che l’enuncia.

La proposizione, poi, per essere chiara, deve essere formulata nei suoi elementi essenziali: soggetto, predicato, verbo copulativo.

L’uomo è animale razionale. Gli sciocchi non sono saggi. Il panda è un animale protetto. Gli Appennini sono Monti. Il Sole è una stella.

Affermavamo che i tre processi del pensiero erano:

Apprensione. Giudizio. Ragionamento.

Facciamo quindi il terzo passo, e parliamo del ragionamento.

Il ragionamento si esprime con il sillogismo, che è composto di due proposizioni dette “premesse”, e dalla terza che si desume, detta conclusione.

Ciò che è spirituale, è incorruttibile.

L’anima umana è spirituale.

Dunque, l’anima umana, è incorruttibile.

Dobbiamo ragionare perché non siamo angeli. La nostra mente è imperfetta, e funziona in un corpo, ed è diretta dai sensi. Attenzione! Basta che qualcosa manca e non si può ragionare. Qui prende corpo l’intervento educativo. Qui emerge la figura del docente. Le intelligenze pure capiscono con uno sguardo, intuitivamente, senza ricorrere alla ragione. Noi però non siamo angeli. Nelle cose semplici riusciamo anche noi ad intuire. La mela intera è più grande di una mezza. La neve è bianca. Nei casi come questi, non si ragiona, s’intuisce. La maggior parte della nostra vita intellettuale, tuttavia, è regolata dal ragionamento.

Tutti noi docenti dobbiamo impegnarci

Al massimo grado possibile,

Per formare nei nostri alunni,

Una mente retta, obiettiva e logica,

Giacché solo così, potranno godere domani,

Di vivere in un mondo affascinante.

Per le nozioni a memoria non c’è bisogno del maestro,

Il maestro insegna a ragionare, non a far tacere.

IL RAGIONAMENTO può essere deduttivo o induttivo, come le scienze. La linea di demarcazione non è rigorosa.

Deduzione. Da una verità conosciuta, si deduce (si trae) qualcosa che non si sapeva. Si va dal semplice al complesso. Una scienza deduttiva è la matematica. In questa e simili discipline, contano molto le basi. Basta un concetto iniziale non assimilato, per impedire il normale sviluppo dell’intelligenza e la carriera scolastica. Le basi si mettono alle elementari. Non sono buoni i vincitori di concorso. Occorrono valenti pedagoghi e psicologi, scelti per selezione meritocratica e pagati profumatamente.

Un tipo di ragionamento deduttivo è il sillogismo. La parola viene dal greco, sylloghizesthai, comprendere, e la conclusione può essere una sola. Occorrono due proposizioni con termine comune detto anche medio, più due estremi.

Tutti gli uomini sono mortali.

Socrate è uomo.

Socrate è mortale.

Dopo avere imparato a ragionare, è facile procedere negli studi con competenza e con speditezza.

Induzione. E’ il procedimento che consiste nel passare dal particolare al generale, o all’universale, dai fatti, alle leggi ed ai principi. Nella deduzione, da un fatto generale, gli uomini sono mortali, affermiamo che Socrate è mortale. Nell’induzione, da un fatto sperimentale, arriviamo a formulare una legge universale. S’interroga la natura, s’indaga, e si scopre un ordine. Osservando attentamente, si capisce perché, una ghianda cadendo dal sesto piano, rompe la testa, perché è la Terra che gira intorno al Sole, e non viceversa. Nella scienza sperimentale c’è uniformità e regolarità, ci sono leggi, e c’è ordine. La mente scopre. Il sistema astronomico di Copernico mise in luce l’unità e la semplicità dell’Universo. Il telescopio rivelò nuovi mondi nel vasto oceano dei cieli. Il microscopio mostrò una goccia d’acqua popolata d’esseri viventi. Galilei, Newton, Kelvin, Pasteur, cantarono l’ordine, la bellezza e la verità della creazione.

L’invenzione è una fiamma. Con lei la scienza acquista una nuova luce per mettere ancora una volta, in risalto, l’ordine dell’Universo.

L’osservazione, l’esperimento e il caso, favoriscono solo gli spiriti preparati. Il superficiale, il leggero, il mediocre, chi impara solo a memoria, chi apprende in modo slegato, sarà sempre un asino in mezzo ai suoni. Non capirà niente del mondo che lo circonda, e vivrà una vita opaca e misera.

Qui s’inserisce l’opera educativa. Il docente che non è in grado di preparare i suoi allievi all’osservazione attenta, si dedichi pure ad un lavoro diverso. I giovani rimangono scandalizzati, quando noi educatori ci mostriamo testardi, cocciuti, ostinati, inflessibilmente attaccati alle nostre idee, senza comprensione. Essi osservano, apprendono e ripetono. Alcuni dicono ai figli: Fai il bene che vedi in me, e non imitare il male che faccio. Che stupidaggine!

Si ammette nella stessa persona, la presenza del bene e del male!

Questo non è possibile per due ragioni. Prima, bisognava insegnare la differenza tra bene e male, secondo, perché non può sussistere nella stessa persona contemporaneamente il bene e il male.

L’errore pedagogico, qual è? E’ quello di credere che possa convivere il bene e il male nello stesso soggetto, e che possa usarlo a suo piacimento, come la matita rossa e blu. Si mette in mostra ignoranza e crudeltà quando:

Si mostra attaccamento morboso alle proprie idee.

Si pretende di avere per forza ragione.

S’impone ubbidienza e silenzio.

Si disprezzano gli altri.

Si viene meno ai propri doveri.

Si offende il bene comune.

Al contrario, la persona intelligente, buona ed onesta:

E’ disponibile a rivedere le sue idee.

Esamina le ragioni dell’altro.

Stimola la libertà ed invoglia al dialogo.

Osserva i suoi doveri.

Rispetta il bene comune.

Noi educatori, superiamo un esame di coscienza prima di dipingere male i giovani, altrimenti all’ignoranza aggiungiamo la cattiveria. La cattiveria abbrutisce. L’abbrutimento porta all’odio. L’odio porta alle guerre. Le guerre portano la morte. E’ chiaro adesso come dall’ignoranza si arriva alla morte? Volete un mondo di pace? Abolite l’ignoranza. La scuola ha in mano le leve della cultura. Non le usa? Favorisce l’ignoranza! Così, l’assioma precedente si trasforma, e diventa: dalla scuola alla morte.

La scienza abbraccia cielo e terra. Non c’è limite a ciò che la mente umana può conoscere. Con l’intelletto è possibile sapere tutto. Tutto? Cosa viene prima di tutto? L’intelletto umano ha una passione istintiva per la verità. In ultima analisi, ogni conoscenza si riferisce all’uomo, all’Universo, e a Dio, alla creazione e al Creatore. Con il giudizio raggiungiamo la verità, e uniamo ciò che nell’apprensione, separammo.

La mente, divenendo cosciente del suo potere, cresce la brama, e il desiderio di verità diviene passione. Lo studente incomincia ad amare la verità, come sente lo stimolo della fame. Solo così l’azione educativa ha la sua ragion d’essere, e l’educatore diventa maestro di vita. Deve rendere gli alunni consapevoli delle loro capacità intellettuali, far desiderare di conoscere la verità e di conquistarla. La conquista della scienza è come l’approccio di una ragazza. I giovani riescono in questo, perché non in quello?

Per la ragazza c’è un’azione istintiva, naturale, ma per la scienza è un problema d’educazione. L’educazione la diamo noi educatori, e se i giovani non rendono, vogliono gridare che sono scoraggiati dai nostri errori pedagogici.

Voglio avviarmi alla conclusione, non prima di informarvi su alcune caratteristiche del pensiero.

 Il pensiero povero. E’ ostinato. E’ privo di franchezza. E’ privo di capacità a trasformarsi. E’ unilaterale. E’ incapace di vedere altre possibilità. E’ impossibilitato a formulare o risolvere diversamente il problema.

Il pensiero acuto. E’ caratterizzato da elasticità mentale. E’ dotato di freschezza e di spirito di libertà.

Il pensiero creativo e produttivo. Si rende conto degli elementi della costruzione e delle necessità strutturali.

La realtà è vera, buona e bella.  In parallelo, lo spirito ha bisogno di verità, di bontà e di bellezza. Verità per la mente. Bontà per la volontà. Bellezza per l’anima. Auguri a tutti, per un’alba luminosa.  Grazie, e perdonate la franchezza. Ho finito.

 Antonino Cappiello - Sorrento, venerdì 11 gennaio 2008.

                                                     FINE.

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