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LEZIONE 31 –

 

PENSIERO 1

 

Il pensiero è l’attività dell’intelletto e dell’immaginazione, oppure, è la facoltà e l’atto del pensare, che significa, concepire con la mente le idee, ed esaminarne i rapporti. Sotto quest’aspetto lo tratteremo nella presente lezione. Pensiero indica il contenuto e l’oggetto del pensare: Stare assorto nei propri pensieri! Esprimere il proprio pensiero!  Pensiero significa riflessione, considerazione che manifesta il modo di pensare: I pensieri di Leopardi, di Pascal.

Pensiero è l’insieme delle dottrine proprie di un pensatore, di una corrente, di un’età storica: Il pensiero di Socrate. Il pensiero Socialista. Il pensiero antico. Pensiero vuol dire preoccupazione, ansia: Vivere senza pensieri. Darsi pensiero. Pensiero significa anche cura, attenzione affettuosa: E’ stato un pensiero gentile.

Sinonimi di pensiero sono: assillo cura, concetto, considerazione, fantasia, fissazione, giudizio, idea, riflessione. Gli aggettivi che s’adattano a pensiero, si elencano qui: arguto, alto, allegro, buono, cattivo, chiaro, generico, oscuro, umano. I verbi: covare, nutrire, riordinare, raccogliere, balenare, esporre, suscitare.

Torniamo a noi, e chiariamo che l’uomo è il solo essere dotato di pensiero. Dal pensiero, dal modo di concepire le cose, scaturisce il comportamento. I nostri giovani, di conseguenza, si comportano, in modo corrispondente, al nostro insegnamento.  Memoria, immaginazione, emozione, insegnano a pensare. Il pensiero genera il comportamento. Di qui è venuto fuori il detto: Esamina il comportamento ed arrivi al pensiero. Un acuto osservatore non fa fatica a risalire all’ambiente di provenienza, se osserva anche sbadatamente, il comportamento degli studenti.

Il pensiero, dunque, è un’attività dell’intelligenza. L’intelligenza è definita: la capacità di un individuo a pensare razionalmente, agire con proposito, trattare affettivamente con il suo ambiente.

Questa capacità intellettuale si giudica dal comportamento. L’azione o la condotta, poi, guidata da considerazioni ragionevoli e adattata all’ambiente, è detta intelligente. Voglio sostenere che per arrivare al pensiero bisogna partire dal comportamento e fare il cammino a ritroso:

Dal comportamento ricaviamo il tipo d’intelligenza.

Dall’intelligenza arriviamo al pensiero individuale.

Il pensiero è basato sull’apprendimento familiare e ambientale.

Per questa ragione, il processo educativo deve puntare alla base: creare un ambiente familiare e sociale adatto all’educazione dei giovani. Nell’ambiente si sviluppa l’intelligenza, e con lei si acquisisce “quel” modo di pensare e di comportarsi. In questo circolo chiuso s’inserisce la programmazione scolastica, che è completamente inutile se rimane nel solo ambito scolastico senza potere influire sull’ambiente circostante.

Per costruire una programmazione seria, occorrono ben altri protagonisti! Al momento, l’opera educativa, è solo un’utopia, se non una farsa a danno degli scolari, perché i genitori mandano i figli a scuola per toglierseli dai piedi, i docenti non riescono a districarsi nella scelta tra le cose utili e inutili. Ricordiamoci che durante l’infanzia, operano due modalità d’apprendimento: 1) identificazione primaria, 2) id. secondaria. Nel primo caso, gli allievi ripetono il comportamento dei genitori. Nel secondo caso, ripetono quello degli insegnanti. I comportamenti diversi ed opposti delle due parti, creano seri dubbi nell’animo tendenzialmente buono dei giovani, e sono cause delle loro crisi. Uniformità, dunque, non indifferenza ed ignoranza reciproca. Ciò chiarito, torniamo all’intelligenza.

Tra gli psicologi si parla di due tipi d’intelligenza: i. Verbale o astratta, con la quale, s’intendono le capacità del pensiero, e i. Non verbale o pratica, che comprende la destrezza manuale e tecnica, e l’effettivo adattamento alla realtà. Questi due tipi d’intelligenza sono distinti, sì, ma non sono separabili. Alcuni, possiedono, in modo preminente la prima, altri la seconda, molti, sono forniti di entrambe. Da passate lezioni, già sappiamo che vi sono vari tipi d’intelligenza valutate in ragione del Q.I., e si parla di scala intellettiva. In alto troviamo il soggetto in cui l’età mentale supera quella cronologica, e si parla di genio. Al secondo posto c’è l’intelligenza, media o normale, dove età mentale e cronologica, concordano. Più giù siamo di fronte all’ottuso o al ritardato, poi scendiamo ai deboli di cervello, ed infine siamo innanzi ai deficienti gravi, difficilmente educabili. In ogni caso, le citate deficienze intellettive, da sole, non danno un sicuro quadro dello sviluppo mentale. Ne spiego i motivi! 1) Ad un ragazzo non può piacere la materia di studio e non supera le prove d’esame, per mancanza d’interesse, e l’intelligenza non c’entra. 2) Vi sono varie cause fisiche o psichiche che possono influire sul suo successo: sarà denutrito, mal adattato, può mancare il sonno sufficiente, soffrirà di nevrosi, ma l’intelligenza non c’entra. 3) Un ragazzo di scarsa intelligenza speculativa, può essere dotato di un’alta abilità manuale e tecnica, ma non c’è posto per lui nel curricolo scolastico, e si valuta negativamente.

Bisogna riconoscere che sotto quest’aspetto, i programmi non sono all’avanguardia. Favoriscono l’intelligenza speculativa, e perdono gli alunni dotati d’intelligenza pratica, privando la società del loro contributo efficace. Con l’osservazione si deve tendere ad individuare, prima, la qualità dell’intelligenza, se speculativa o pratica, secondo, se il bambino è ostacolato dalla scuola, se dalla famiglia, se da inabilità fisiche, se da disturbi emotivi.

Il piano programmatico pertanto, deve mirare, all’eliminazione delle cause di scarso rendimento, poi selezionare gli alunni a seconda che sono dotati d’intelligenza pratica o speculativa. All’interno di queste due grandi divisioni, operare una successiva selezione per gradi d’educabili con la scala del Q.I. - Gli allenatori di pallacanestro selezionano i giovani per età, per altezza e per prestanza fisica, e nessuno li rimprovera di discriminazione. Per la pratica di questo sport occorrono delle qualità particolari che non tutti hanno, e chi non le ha, non può pretendere di giocare tra quei ruoli. Ciononostante, nessuno deduce che i bassi e i mingherlini sono mascalzoni o idioti. Lo stesso vale per la pallanuoto e per la pallavolo:

Vi sono selezioni severe e nella squadra entrano solo i più dotati. Tutti gli altri, non sono per niente dei cretini. Per il calcio, le cose sono ancora più severe. Nessuno può pretendere, ed i genitori meno che mai, di fare parte della squadra nazionale.

Solo nella scuola, si ammucchiano gli alunni come capita, costringendo i migliori a segnare il passo, lasciando gli altri a brancolare nel buio. Qualcuno dice: L’istruzione è obbligatoria, gratuita, e tutti hanno diritto d’istruirsi.  L’altro risponde: Non nego i tre diritti acquisiti, ma la selezione si fa per ottenere il massimo da tutti gli alunni. In ogni caso, è un’indicazione, e personalmente, il problema non mi tange. Uno stetoscopio, nelle mani di un architetto, è uno strumento inutile. Nelle mani di un medico può svelare segreti e difetti della nostra salute. La scienza attribuisce grande importanza alle piccole cose. Cosa c’è di più semplice, e di più insignificante?  Vedere una mela cadere dall’albero?  Da questo banale fenomeno, la mente di Newton balzò alla caduta di una stella, e formulò la legge della gravità universale. Galilei arrivò alla legge del pendolo osservando il movimento della lampada mossa dal sagrestano. Tutti sono capaci di vedere. Pochissimi osservano, e sono i geni. Educatori, insegnate a badare alle piccole cose, e ne farete di dotti!

Come si può pretendere di fare il più, se non si è capaci di fare il meno? Questa grand’abilità, d’osservatore, spesso non si richiede nemmeno. Basta guardare i bambini:

Con le unghie sporche.

Mal vestiti.

Il muco che scorre dal naso.

Occhi e orecchie non lavati.

A questo punto ognuno si può rendere conto dei genitori di questi poveri infelici. Gli stessi genitori pretendono, che il figlio impari presto a leggere e scrivere. E’ chiaro che si tratta solo di una messinscena. Chi fa chiasso, non significa che è poco intelligente, può darsi che la sua è un’intelligenza pratica, e quindi va trattato in modo differente. Vari motivi, però, n’ostacolano la fattibilità:

La distinzione non è prevista dai programmi.

Diventa una discriminazione.

Tirano in ballo il problema dell’inserimento.

Si parla di responsabilità del docente.

E’ necessario che la legislazione si adegui, e chiarisca che del singolo alunno, è responsabile la scuola nel suo insieme, e non solo il singolo insegnante. I docenti, impauriti dalla responsabilità, sono costretti a tenere gli alunni inchiodati sui banchi. I ragazzi si stancano e non seguono. Ne deriva un nervosismo generale ed un risultato scadente. I genitori additano i professori come nemici, e non come collaboratori. In tal modo il nervosismo si tramuta in odio. Chi ne paga il fio? Gli alunni!

Abbiano definito l’intelligenza come, capacità di pensare, proposito d’agire, occasione di trattare con l’ambiente.

L’azione intelligente, presuppone il pensiero, che si basa su:

L’apprensione.

Il giudizio.

Il ragionamento.

L’apprensione è l’atto con il quale la mente afferra e capisce una cosa, senza nulla affermare o negare: C’è il sole. Ogni figlio ha una madre. Il pane è un alimento. L’intelligenza presuppone l’apprensione, e questa deriva dai sensi esterni. In altre parole, la conoscenza entra in rapporto con la realtà. Il più gran difetto di certi metodi educativi è quello di avere diviso “sapere e pensiero” dalla realtà. Hanno sostituito la memoria all’intelligenza, e la ripetizione a pappagallo del contenuto dei testi. Tale sistema è dannoso per i bambini, perché hanno l’impressione che l’educazione è una ripetizione monotona, astratta, arida, e noiosa, fuori del contatto con la loro vita e dei suoi problemi. Il risultato dell’apprensione si chiama idea o concetto, derivato dal connubio fra mente e realtà. Le idee universali sono innate o acquisite? La capacità è innata, mentre l’acquisizione deriva dal contatto con la realtà. In pratica: 1. Sensazione. 2. Memoria. 3. Esperienza. 4. Idea universale.

Come si forma l’idea dell’uomo nel bambino? Per lui l’uomo significa: Uno speciale tipo di essere. Un vivente. Un animale con i sensi. Uno capace di muoversi. Una creatura che s’impegna, parla, scrive, guida l’auto.

Idea, deriva dal greco “eidos”, una veduta o una forma, e le idee mentali riflettono nello specchio dell’intelletto la natura delle cose reali. Impadronitosi dell’idea, l’intelletto deve esprimerle con pensieri, parole, scritte o parlate. INSOMMA, è UNA CATENA CIRCOLARE, in cui ogni maglia, deve stare al suo posto, e se manca o non funziona, la catena non serve. Non so se mi spiego.

Le cose esistono fuori di noi.

L’osservazione le fa notare.

Nell’intelletto si formano le idee.

L’idea è espressa con parole.

Le parole si apprendono con l’uso comune.

Si pronunciano con la lingua madre.

Si scrivono con le mani usando la penna.

Le conseguenze che ne derivano sono le seguenti.

Guardando le cose senza rendercene conto, non riusciamo a farcene un’idea esatta, e non sappiamo perché esistono.

Non osservando con attenzione, non le notiamo nemmeno, ed è come se non esistessero.

Senza imparare l’arte grammatica, non ci sapremo esprimere e confonderemo tutto.

Senza inserirci nell’ambiente sociale, non comprenderemo l’uso delle parole, e diremo che droga è una malattia.

Senza esercitare la lingua e la glottide, potremo confondere “fico” con “vico”, o “dato” con “dado”.

Senza che la mano è bene allenata, si può scrivere “sole” al posto di “sale”, o “collo” invece di “colla”.

Spesso si sente affermare che gli alunni non sanno svolgere un tema, o non hanno idee, o commettono errori di grammatica, mi domando fino a che punto si è insegnato quanto finora spiegato.

Riepilogando, il linguaggio e la scrittura sono materializzazioni del pensiero e delle idee. Sono segni indicatori di una realtà invisibile, della vita intellettuale, dei pensieri di una persona. Le parole prima di tutto, indicano le idee, e queste si riferiscono principalmente alle cose ed ai modi di esistere della realtà. Ne indicano: la quantità, la qualità, la relazione esistente tra loro, la posizione nel tempo e nello spazio.

Le parole colpiscono l’occhio e l’orecchio, prima di parlare al cervello. Usarle bene e impiegarle bene, in modo da condurre l’ascoltatore a formarsi nella propria mente, le idee già esistenti in quella dell’oratore, richiede una notevole abilità. L’idea, è una cosa invisibile, è un’entità spirituale, ed è il prodotto della mente, eppure, con le parole un cervello può comunicare con un altro. La più gran cosa che possa compiere l’animo umano, è quella di vedere qualcosa, e dire in modo chiaro ciò che ha visto.  In questo senso dobbiamo esercitare i nostri figli e alunni, prima di pretendere che svolgano un tema. Dire ciò che si è visto, in modo semplice, non è facile, e dire ciò che si pensa in modo facile, è ancora più complicato.

Ma da che cosa si può dedurre che un’idea della mente, e la sua espressione con parole, è chiara e distinta? Risposta: E’ tale, se risponde ai canoni, stabiliti dall’esperienza, e dalla scienza. Le idee sono chiare, quando ci mettono in condizione d’individuare esattamente “la cosa” di cui si parla, e ci danno la possibilità di distinguerla da altri oggetti, senza confusioni e senza indecisioni. Diversamente, le idee sono oscure. La bicicletta, era la mia fin da ragazzo, si può confondere con: E’ la mia finta ragazza.

Con un’idea precisa, apprendiamo: la composizione, gli elementi, le caratteristiche. Per una discussione ordinata, è necessario:

La delimitazione del significato.

L’uso della parola adatta.

La chiarificazione dei termini.

Ciò fatto, è possibile prevedere in che modo il soggetto agirà o reagirà. Ormai il processo si è completato. La mente è giunta al punto da individuare una formica nera, in una notte scura, sopra una pietra invisibile.

Si hoc verum non est, sequitur ut falsum sit. Grazie per l’attenzione.

FINE.

 Antonino Cappiello - Sorrento, venerdì 11 gennaio 2008.

                                                        

 

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