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PIANGERE – L. 1° -10 – 115

Sibi non cavère

Et aliquem benigne excipere

Stultum esse.

Non pensare a sé, e accettare gli altri, è cosa stolta.

 

Ripetono i fedeli assistendo a sante Messe:

Oh Cielo, quanti altri  ne verranno?

Porremo mai fine al nostro danno?

Ma una voce dall’alto rispose:

Voleste l’integrazione? E chist’è ‘o Munno!

Piuttosto, pensate al dominatore e  fatevi la croce.

Se vi domina il cinese - Vi farà pagar le spese.

Se vi regge il musulmano - Vi farà cader la mano.

In tal modo e con tal decisione - Finirà ogni tipo d’evasione.

Della malavita che serpeggia

Non resterà nemmeno una scheggia.

Se comanda l’africano, amen, - Vostre mogli saran nel suo arem.

Se vi assorbe l’afgano - Vi porrà la testa in mano

Ricordando con sussiego

Le bombe usate nel vostro impiego.

Per finire, vi dico sottovoce e scendo dall’ambone:

La Storia non perdona.

C’è un fatto divertente - Che conosce poca gente.

Una lepre a dirotto piangeva

Perché l’aquila dall’alto l’adunghiava.

Il passero le disse: Perché non corri adesso?

Intanto che parlava, l’aquila la prese

E la portò sulle montagne estese.

Sul punto di spirare

La lepre pensò senza nulla poter fare:

Al sicuro ridevo nel mio fango

E del mio stesso male adesso piango.

Qui pretium meriti ab improbis desiderat,

bis peccat.

 

 

C’è qualcuno che sa fare meglio di me? Sono qui per essere superato. Sarà possibile?

  

 

 TIME \@ "dddd d MMMM yyyy" mercoledì 13 giugno 2012 - TIME \@ "H.mm.ss" 12.18.21

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