Articoli

. PARTE SETTIMA (Una Vita da raccontare)

Docente di Ruolo – II Tranche

 

Il 17 febbraio 1982, TUTTOSCUOLA, numero 137, p. 72, con titolo a caratteri cubitali, pubblicò in ESPERIENZE DA TUTTA ITALIA, l’articolo che ora trascrivo.

 

TRA GIOCHI E UN PO’ DI GRECO

L’ARITMETICA LA INSEGNO COSI’

 

L’aritmetica e la geometria nella mia classe, di 5° elementare, non le affronto di petto fin dall’inizio dell’anno scolastico. Trattandosi di concetti astratti sono difficili ad essere capiti.

Dopo aver preparato la mente dell’alunno con ragionamenti e disquisizioni d’ordine logico, mi sarà più facile inculcare i concetti base della matematica. In questo campo ogni argomento va ripetuto parecchie volte durante l’anno scolastico.

Tanto per cominciare insegno il concetto di frazione e di numero decimale, le operazioni sulle frazioni; la trasformazione delle frazioni in numero decimale e viceversa.

Un altro giorno insegno la differenza tra misura lineare, quadrata e cubica. Dopo di ciò posso benissimo insegnare la geometria piana e solida, e il sistema metrico decimale.

Prima però, si passa un po’ di tempo a divertirsi con il greco. Insegno i numeri fino a 100, il mille, il diecimila, e alcune parole ricorrenti in geometria. Intanto ottengo tre effetti: primo, il divertimento e l’amore allo studio; poi, la conoscenza di una nuova lingua, infine, preparo il terreno per le lezioni successive.

Dopo aver introdotto il greco, in una lezione, posso spiegare la geometria piana, la geometria solida ed il sistema metrico decimale, SMD. Per quanto riguarda la geometria piana, insegnare una figura per volta, per me, è un’enorme perdita di tempo e una confusione massima per gli alunni. Allora procedo così: il concetto di perimetro è dato dalla parola composta con “perì” (intorno) più “metròs” (misura) = intorno misuro. Il concetto di figura piana è dato dalla somma di un numero greco più la parola “goné” (angolo). Così: penta + goné = pentagoné = pentagono. Eccetera.

Altro caso, se “perimetro” è uguale a “perì” + “metròs” = intorno misuro, ne consegue che per qualunque figura piana il perimetro è la somma dei lati. La superficie si calcola osservando quante volte il metro quadrato entra nella figura considerata. Scomponendo la figura si arriva alla conclusione che il numero dei metri quadrati è dato dal prodotto della base per l’altezza. Ma spesso la figura si può riportare ad un triangolo. Allora, il prodotto ottenuto dalla moltiplicazione base per altezza, si divide per due, in quanto il triangolo è sempre la metà del quadrato.

Così facendo si è già capito il calcolo delle superfici nelle figure solide: basta svolgerle e si ritorna alle figure piane.

Il volume è ancora più semplice: invece di due misure, se ne moltiplicano tre, e il risultato sarà in metri cubi. Per il peso basta fare una digressione o, per meglio dire, una parentesi. Si costruisce un decimetro cubo e si stabilisce la formula seguente:

Per l’acqua = acca due O

Si ha la proporzione: 1 dm3  =1 litro =1 Kg

Diamo per convenzione, al decimetro cubo d’acqua il peso specifico “1”.

Ora prendo una bilancia e su un piatto metto un decimetro cubo d’acqua, sull’altro piatto un decimetro cubo di ferro. La bilancia pende dalla parte del ferro. Prendo un altro decimetro cubo d’acqua e lo sistemo accanto al primo sulla bilancia. Niente ancora.

Ne devo mettere12 d’acqua perché ne bilancino uno di ferro. Dico, quindi, che il peso specifico del ferro è “12”. Poi prendo il legno. Per bilanciare un decimetro cubo di legno occorre mezzo decimetro cubo d’acqua. Il peso specifico del legno, dunque, è “0,5”. Così di seguito con altri esempi.

Qualche giorno dopo scrivo sulla lavagna: P = V x ps (peso = volume per peso specifico), e non c’è bisogno di spiegare, si deve solo risolvere qualche problema. Ovviamente questi concetti valgono per qualsiasi figura geometrica. Le formule sono sempre le stesse. Per le figure a punta (piramide e cono) la superficie si divide per due, il volume per tre.

Per quanto riguarda il sistema metrico decimale, SMD, ricorro ai numeri greci. Basta dire un numero greco e aggiungere “metròs” o “litròs” o “grammòs”. Esempio: deca + metròs = decametròs = decametro. Il sistema è decimale perché ogni misura superiore è 10 volte quella di sotto, e ogni misura di sotto è un decimo di quella di sopra. Non resta che divertirsi con operazioni e problemi.

Lo stesso metodo uso per la divisione. Per me non esiste insegnare le divisioni ad una cifra, a due, a tre, …. Invece, esiste il concetto di divisione. Se si possiede si può risolvere qualunque operazione, altrimenti si perde molto tempo e si confondono gli alunni.  E non è tutto.

La matematica si può approfondire con divertimento e con trovate spiritose. Ogni tanto preparo agli alunni degli appunti o degli schemi che diventano la loro gioia. Tra i più divertenti ed i più apprezzati, sono stati: i numeri primi, le regole di divisibilità, il diagramma delle approssimazioni e dei controlli. Il concetto di divisibilità implica il concetto di numero primo, e la scomposizione in fattori primi. Preparo un cartello con i numeri primi fino a 100, e su un altro le regole di divisibilità. Do ad ognuno le cartelle in fotocopia e li lascio ….giocare. Intanto hanno imparato, e con piacere. Di qui alla ricerca del massimo comune divisore, MCD, e del minimo comune multiplo, mcm, il passo è breve. Non solo, ma è ancora più breve il passo dal quadrato alla radice quadrata: è solo il contrario. La strada per le potenze è aperta.

Per la moltiplicazione ho preparato il diagramma delle “approssimazioni e dei controlli”, lo schema della prova del 9, e i Regoli di Nepero. Lo stesso sistema, è usato, naturalmente, per il peso lordo, peso netto e tara; per spesa, guadagno e ricavo.

A questo punto, ogni problema è risolvibile. Tutto il resto è talmente semplice che viene tratto dagli alunni come conseguenza delle conoscenze precedenti, senza necessità d’insegnarlo.

 

Vedi Tuttoscuola, nr. 137. 

                                                                                 

Per finire, ho il piacere di trascrivere 4 temi svolti dai miei alunni.

Tema: C’è un segreto per diventare campione?

Io credo che diventare campioni sia la nascita dello studio che supera i confini della propria nazione e si esprime nella ricerca storica per fare sviluppare un uomo saggio come vi erano negli anni precedenti. La nascita dello studio, io credo che sia il comando dell’intelligenza naturale, ma non quella soprannaturale, perché l’intelligenza naturale non ha limiti ed è la nascita di un uomo o di un ragazzo che si sveglia dopo una lunga ignoranza; invece quella soprannaturale è l’intelligenza che conduce un uomo o un ragazzo ignorante nel particolare dell’intelligenza naturale.

Questo che ho scritto ve lo posso dimostrare perché io che ho scritto questo tema mi sono risvegliato e ho trovato davanti a me l’intelligenza naturale grazie al mio professor Cappiello Antonino che io credo che sia l’unico professore cha innalzato la sua intelligenza e che l’ha innalzata anche ai suoi alunni. Io ho giustificato me stesso perché durante lo studio non ho trovato limiti. Io credo che per diventare campioni non c’è un segreto perché dipende dall’intelligenza dell’uomo.

                                                                                               Giampaolino

 

 

                                                                                                                  P. 62.

Tema: Riflessioni dopo un anno di scuola (86-87)

 

OMISSIS. In tutti questi mesi il professore ha insegnato tante cose che nessuno sa. Poi con il professore abbiamo imparato come si fanno i disegni, come si mantiene la matita in mano, e quale matita si deve comprare, perché la matita nera ha tre toni; il chiaro-scuro si fa con la matita numero due. Ci fece vedere anche che dopo aver disegnato, si passava sopra con una pezza di stoffa e il disegno usciva più chiaro e più bello. Gli anni che ho passato con il professor Cappiello, non li ha passati nessuno. In quinta m’impegno a studiare perché devo andare alle medie e devo finire la scuola e starmene in pace. Penso che dopo la terza media si può lavorare ovunque. Un giorno mi disse il professore: “Se non prendi la terza media non puoi fare niente; se devi mettere una firma non la puoi mettere perché non tieni terza media”.

                                                                                                     Antonio Ob.

 

Tema: Qual è il miglior sistema per rendere negli studi?

 

L’anno di scuola che è passato mi è sembrato più interessante degli altri anni, e forse per questo è passato molto presto. Mi è venuto un tal desiderio d’imparare che sono comunemente venuta a scuola e non ho fatto come gli altri anni che mi assentavo facilmente. Ho imparato tante cose importanti e ho appreso come valorizzare la mia intelligenza. Ora ho capito che se i ragazzi sono apprezzati rendono di più e s’impegnano nello studio. Negli altri anni ero trascurata e perciò non studiavo. Il maestro ci ha spiegato tante cose belle e ci ha fatto capire che dobbiamo sviluppare la nostra personalità,  per essere importanti nella vita. Quello che mi ha colpito di più è stata la storia, perché ci ha fatto imperare tante cose utili. Poi tutte le materie si devono studiare come la storia per vedere fin dove è arrivato il progresso e per continuare. Adesso ho capito che noi ragazzi per imparare a rispettare e apprezzare gli altri, dobbiamo essere rispettati e apprezzati prima noi. Così spero per il futuro.

                                                                                                      Anna Mar.

 

Tema: E’ possibile migliorare la propria intelligenza?

 

Ho trascorso un anno a scuola, molto bello e intrigante. Ho appreso tante cose nuove e sono felice che è finito. Però mi dispiace lasciare il maestro e i compagni con i quali io ho vissuto i giorni più belli della mia vita. Se fosse sempre così, mi piacerebbe continuare la scuola fino all’Università. Ho imparato che si deve valorizzare la propria intelligenza perché solo così si possono fare grandi cose nella vita. Non immaginavo mai che fossi stato in grado d’imparare il greco, ma ora so che se mi prendono per il verso giusto, non ci sono limiti alla mia intelligenza. Forse negli anni precedenti non andavo bene a scuola perché non ero apprezzato e così mi bocciavano. Ora ho capito che se mi rispettano, io imparerò a rispettare gli altri; e la vita sarà piena di pace e di serenità. Dopo la quinta col professore posso andare alle medie e scoppiare d’intelligenza.

                                                                                                               

                                                                                                             Angelo Sul

 

NOTIZIE

Certificato di Servizio in mio possesso, si leggono chiaramente le seguenti note.

Ricordo al lettore, che dal 1966 ero in possesso della Licenza in Teologia, che è già una laurea. Queste note sono riferite ai primi 3 anni di servizio, al Nautico.

(1)      Insegnante di Religione, presso Istituto Tecnico Nautico “N. BIXIO”, come da certificato dell’Ispettorato Scolastico 8° Circoscrizione prot. N. 314 del 01.03.72 e da attestato dell’Istituto Tecnico Nautico “N. BIXIO” di Piano di Sorrento, prot. 5460 del 18.10.71.

(2)      Gli anni non di ruolo 1968/69, 1969/70, 1970/71, sono stati riconosciuti ai fini giuridici e di carriera con nota del Provveditorato agli Studi di Napoli, con nota n. 45800 del 25.08.76.

 

 

Al IV Circolo Riviera, per gli anni scolastici 79/80, 80/81, 81/82, fui esonerato dall’insegnamento e nominato Vicario, per sostituire il Direttore, a norma di legge, con pienezza di attributi. La notizia ci servirà in seguito.

 

ALTRE ATTIVITA’

Più che descrivere le altre attività svolte nella mia carriera scolastica, mi limito solo ad elencarle, per non tediare il lettore. Ne parleremo in altra occasione.

Visita, prima e unica, di una classe italiana, al Consolato Americano.

Visita all’Istituto Grenoble, Via Crispi. La guida parla in Francese.

Visita alla Posta Pneumatica in Villa comunale.

Visita alla Biblioteca Nazionale: e al reparto papiri, con la dott.ssa Guardati.

Visita all’Università di Salerno; una lezione con il professor Lo Re, sociologia.

Gemellaggio Culturale con Casale Monferrato, AL.

Una settimana in Valle d’Aosta. Bianco, Rosa, Cervino, Courmayer.

Bagni a Sorrento.

Settimana bagni a Terracina. Ex alunni.

Mostre in classe, con inviti.

Pic Nic in classe, con inviti.

S: Lucia il 13 dicembre.

San Gregorio Armeno a Natale.

Tecla e Rosaria.

Femmine fuori e Maschi dentro.

Mille altre cos

 

 P. 64.

RAPPORTO DOCENTI GENITORI

Sarà per il mio tratto morale e comportamentale, sarà per la capacità di decidere e prendere iniziative in proprio, sarà per l’acquisita disposizione ad agire con la forza dell’abitudine, sarà per tutto questo messo insieme, sta di fatto che di fronte ad una classe d’alunni, non riesco ad interessarmi solo di loro. Per quanto mi riguarda, esistono prima i genitori. Dopo un paio di settimane, incominciano le mie orazioni sulla famiglia, e le svolgo nella mezz’ora di ri-creazione della mente, tra una lezione e l’altra. Una famiglia per volta, verso le ore 16:00 del pomeriggio, verrò a prendere un caffé a casa vostra. Avvertite i genitori di questa mia intenzione; e quello di voi che fa parte della famiglia, sarà seduto tra me e sua madre. Il colloquio con i genitori inizia già, da lontano!

All’occorrenza, davo degli orientamenti pedagogici, e insistevo sul fatto che io non avrei permesso ai miei alunni d’essere svogliati. Un giorno non ebbero la forza di muoversi, e battere le mani; tanto li avevo incantati con una frase ad effetto: Solo i geni restano con me, gli altri devono cambiare aula! Nessuno mai  chiese il cambio, ma addirittura, più di uno, in quinta, si faceva bocciare per le assenze, sicuro che l’anno seguente avrebbe ripetuto con me. Si trattava di fame di sapere. Procediamo. Tu, Angelo, avverti a casa, che oggi pomeriggio ci vediamo!  Nessuno mai si è offeso, perché li amavo tutti allo stesso modo, e il turno degli incontri lo decido io solo. Arrivavo puntuale come un orologio svizzero e trovavo i genitori, la nonna, la zia, il cugino del liceo ed altri. Quando mai un prof si era degnato d’entrare in quelle case! Sul tavolo era già tutto pronto: il vassoio con il centrino bianco, la zuccheriera, e due tazzine per il caffé.

Dopo i saluti, per prima cosa dicevo: Non appena questo stregone di Angelo lascia voi e passa sotto la mia protezione, è figlio a me! Se vi fa piacere continuiamo, altrimenti cambiamo subito sezione, perché io non me la sento di fare lezione ad alunni che non sono i miei figli. La risposta arrivava spesso balbettando, e talvolta con gli occhi gonfi, ma sempre uguale: Non potevamo immaginare di sentire queste parole dalla bocca di un professore.  Si andava avanti per circa un’ora parlando del più e del meno. Alla fine li preparavo per i prossimi incontri: vaccinazioni, salute del figlio, malattie pregresse, nutrimento, riposo, evacuazione, occhi, naso, gola, igiene, emozioni, eccetera. Per parte mia, avrei riferito sui problemi che potevo notare in classe. A proposito, le questioni personali le trattavo unicamente con l’interessato e con la famiglia, non in pubblico. Mai dalla mia bocca uscirà, fino all’ultimo, nulla che potrà dare adito all’identificazione del soggetto. Un poco alla volta, padre e maestro, diventarono veri amici, e non mancavano inviti per qualche occasione particolare. Nella quasi certezza di essermi spiegato con i lettori, aggiungevo: Il maestro sono io, e la metodologia educativa, sarà la mia. Voi in casa ed io a scuola, useremo lo stesso sistema, il mio. Diversamente questo figlio è perduto per entrambi.

E se fino adesso abbiamo sbagliato? Chiede la mamma. L’argomento è chiuso, Signora, metteteci una pietra sopra e non ne parliamo più. Dimentichiamoci del passato. Si comincia da oggi. Arrivederci e Auguri!

                                                                                                          

                                                                                                               P: 65

 

IL CORSO DI SOSTEGNO

 

Per un motivo qualsiasi, vero o presunto, una maestra, può liberarsi di un alunno, inviandolo al sostegno. Si procede in questo modo. La maestra scopiazza la relazione da una pubblicazione specializzata, e la presenta al Direttore. Questi convoca la Commissione socio/medico/psico/pedagogica, per confermare la necessità del sostegno. La pratica si spedisce al Provveditorato con la richiesta della maestra di sostegno, a patto però che ci siano nella scuola almeno 4 alunni menomati. Infine, si avvisano i genitori, a fatto compiuto.

Tutti tacciono, nessuno vede, ognuno incassa il suo stipendio.

In classe mia c’era Giovanni ( non ricordo il nome), destinato al sostegno. Alle ore 10:00, zaino in spalla, si alzava e andava dall’altra maestra. Giovanni era un ragazzo alto, forte, carnagione rosea, occhi verdi, capelli castani chiari, corti, a frangetta, incedere solenne. Non riuscivo ad immaginare cosa potesse essere scritto nella relazione della collega dell’anno prima. Innanzi tutto, chiesi alla maestra di sostegno che mi avrebbe mostrato il Certificato della Commissione. Oggi, domani, una settimana, nulla di nulla. Andai dalla mamma del ragazzo, ma non riuscii a coinvolgerla nel mio progetto. Il maestro sono io, e non voglio che Giovanni vada al sostegno. La collega faceva ancora orecchio da mercante. Come ultima spiaggia io mi rivolsi al Direttore, che mi assicurò il suo intervento per ridarmi Giovanni. Dopo due settimane senza che si fosse tirato il ragno dal buco, ritornai dal Direttore e gli parlai così: Direttore, per favore, sto preparando una relazione da spedire al Provveditorato e al Medico Provinciale per Via Gerarchica, chiedendo che siano dichiarati handicappati i membri della Commissione socio/medico/psico-pedagogica, per aver mandato Giovanni al sostegno. Il Direttore rispose: Professore, la prego, da questa mattina stessa tenga in classe il ragazzo, e penserò io a fare modificare la relazione. Lei ha tutte le ragioni. L’alunno è suo, e lei non inoltrato alcuna richiesta di sostegno. Il maestro nella sua classe è papa e re. Ha tutto il diritto di reclamarlo. Arrivederci!

Questa volta la maestra del sostegno si fece viva e parlò lei: Mi hai tolto un alunno, e adesso ne tengo tre; se non trovo subito una collega che me ne  spedisca un altro, perdo il posto in questa sede e forse devo andare più lontano.

Non risposi; girai i tacchi e tornai in classe.

 

P. 66.

 

INCHIESTA SUGLI ANZIANI

 

Nell’anno non so che, nel mese chissà quale, al Circolo Riviera si presentarono due Signorine cariche di “permessi”, per chiedere che anche nella mia classe potessero entrare per interrogare i miei alunni per una loro Inchiesta sugli Anziani. Il presente incontro era il primo di 3-4 contemplati. Chiesero, scrissero, si documentarono, e poi rivolte a me, sbottarono: Professore, che idee distorte hanno questi alunni sugli anziani! Risposi, secco e deciso: I miei alunni non hanno idee distorte! Hanno le loro idee! Voi di queste dovete tener conto; la valutazione non spetta a voi! Mettendola su questo piano, la nostra collaborazione finisce qui. Buongiorno!  Da quel momento non le vidi più.

 

 

L’ULTIMO ANNO

L’anno scolastico 1987-88 doveva essere l’ultimo della mia carriera. La causa decisiva a farmi chiedere le dimissioni, fu la decadenza psico-fisica di mia madre. Non avrei mai permesso di mettergli vicino una badante. Il mio proposito fu questo:

Le starò vicino sempre io, 24 ore il giorno, nessun altro rimarrà vicino a lei, al di fuori di me. Piuttosto chiedo le dimissioni, lascio la scuola se pur con il minimo di pensione.

Al Circolo Riviera seppi che c’erano dei posti liberi al 34° Circolo Forcella, da cui tutti scappavano e a cui nessuno voleva andare. Chiesi il trasferimento per il 34° Circolo e l’ottenni. Il primo settembre ’87 presi servizio a Forcella. Desideravo sperimentare di persona quella realtà di cui si parlava spesso male.

Era Direttore del Circolo il dott. Corrado Avossa, uomo superiore ad ogni attesa. Egli mi accolse con simpatia e mi lusingò della sua sincera amicizia. Passo indietro. Nell’estate del ’77, il Gestore di una Radio Privata vicino a casa mia, mi aveva chiesto di trasmettere dalla sua emittente un corso di pedagogia, un giorno la settimana, per la durata dell’anno scolastico.

Dal mese d’ottobre, ogni mercoledì, dalle 18:00 alle 19:00 potevo esibirmi nel mio spazio pedagogico. Informai doverosamente il mio direttore Avossa e lo pregai di ascoltarmi al fine d’ottenere un suo giudizio valutativo. Non ci crederete, cari lettori, il Direttore mi ascoltò, e l’indomani, a mia insaputa, venne a scuola e fece passare la circolare che vado subito a trascrivere qui di seguito.

                                                                                                              P: 67

 

Direzione Didattica del 34° Circolo

Scuola “Amore-Ristori”

Via Duomo 276 – 80139 Napoli

                                                                          Napoli, 17.11.87

                            

                                                                    Al Corpo Docente Scuola Elementare

                                                                           E Materna 34° Circolo

Prot. B 3

 

Oggetto: Consulenza didattica del collega Antonino Cappiello

 

Porto a conoscenza del Corpo Docente che il nostro nuovo insegnante, Antonino Cappiello, docente valentissimo e particolarmente versato in problemi pedagogici, parla tutti i mercoledì alle ore 18:00 su Radio Spaccanapoli e tratta problematiche non “chiacchierologiche” ma assolutamente pratiche ed attuali.

Nel corso della trasmissione su 99 MH, si può telefonare alla Spaccanapoli in merito alle problematiche trattate. Il numero di telefono è 35 00 35.

 

                                                                           IL DIRETTORE DIDATTICO

                                                                                  dott. Corrado Avossa

              Timbro Tondo della Scuola

 

 

L’anno scolastico trascorse felicemente. Quando giunse il momento adatto, preparai l’incartamento per le dimissioni e per la pensione.

Il 5 luglio 1988 l’amico Avossa mi gratificò con la relazione che segue: Encomio.

Anche questa volta, silenzio assoluto dal Provveditorato.

 

 

P. 68.

 

 

Direzione didattica del 34° Circolo

Scuola “Ristori-Amore”

Via Duomo 276 – Napoli

Prot. 2369 / B 3

                                                                           Napoli, 5.7.88

                                                

        Al sig. Provveditore agli Studi

                                                 Via Forno Vecchio – Napoli

                                                                All’Ins. Antonino Cappiello

                                                                Scuola Ristori – Napoli

 

 

Oggetto: Ins. Antonino Cappiello (collocato a riposo a sua domanda dal 1°.9.88).

               Encomio.

 

Il personale docente e non docente di questo Circolo ed io, salutiamo commossi il carissimo Tonino Cappiello, che si è fatto collocare a riposo, per motivi di famiglia, dal 1°.9.88.

Noi lo ringraziamo per quanto ha dato alla Scuola. Ha dato molto ed il suo allontanamento lascia da noi un vuoto che non sarà colmato. Egli ha profuso i tesori culturali e le doti umane e professionali nel mondo scolastico.

Appassionatamente ha tenuto per radio (“Radio Spaccanapoli”, 99 MHz) un ben noto e seguitissimo Ciclo di conversazioni-lezioni su problemi educativi.

Egli è laureato in pedagogia, in teologia e in “vigilanza scolastica”, conosce lingue straniere e classiche, è collaboratore di riviste scolastiche: ma questi titoli e queste attività, non solo non lo insuperbiscono, ma al contrario, lo rendono discreto, affabile, direi, quasi modesto; anche se poi, dal suo modo di porgere traspare il ricco fondamento di cultura, di sagacia, d’intelligenza e d’affinata professionalità.

Il caro Tonino proprio non ci doveva lasciare. Noi tutti lo stimiamo e gli vorremo sempre bene, e gli diciamo “grazie”.

 

 

                                                                          IL DIRETTORE DIDATTICO

                                                                           Dott. Corrado Avossa

 

Timbro Tondo della Scuola

 

 P. 69.

 

 

RIEPILOGO

 

Prima di continuare a descrivere le altre avventure che mi sono capitate, durante il corso della vita presente, mi sento in dovere di dire, molte Grazie sincere ed affettuose alle tre donne che sono state per me, maestre e guide.

Mia madre, che mi ha portato in vita.

Maria Paladino che mi ha indirizzato nella vita.

La Signora del Cielo che mi ha protetto in ogni momento della vita.

Educato, Coltivato, Protetto: lo ammetto!  Non potevo desiderare di più. Non posso negare, dunque, d’essere giustamente orgoglioso, sì, ma per merito loro. Da parte mia c’è stata solamente la disponibilità a sentirmi una piuma al vento. Ho creduto alle tre donne senza “ma” e senza “se”; ho avuto in loro la massima fiducia. Nessuna di loro poteva ingannarmi, e non l’hanno fatto. La via indicata, mai l’ho percorsa di mala voglia, ma sempre sorridente, felice, desideroso d’apprendere. Insomma, si è verificata un’intrigante collaborazione tra noi, e se qualcosa di buono, probabilmente ho realizzato, lo devo a loro, e gli sarò in eterno debitore e grato. A volte mi è sembrato di camminare senza poggiare i piedi a terra. A questo punto della mia vita, dico nel 2008, verosimilmente sarò l’unico ad affermare: Non ho bisogno di niente!

Mi rimane solo da sapere se sono penetrato con esattezza nel pensiero divino. Con la vita, con l’istruzione e la protezione, il mio obiettivo è stato sempre quello d’approfondire le leggi, e rinforzare le colonne che reggono la vita presente:

Creazione, Redenzione, Providenza.

Amore, Felicità, Eternità.

Verità, Fede, Preghiera.

In qualunque caso non ho mai preso posizione in favore o contro di qualcuno, non ho criticato il pensiero, ma il modo di presentare l’argomento. Ho voluto essere, in ogni occasione, obiettivo, e spaccare il capello per metà. Ho letto molti libri; ma nessun autore mi ha impressionato o scandalizzato più di quanto permettesse la mia obiettività. I libri scritti con un linguaggio a me familiare, ho preferito capire l’autore attraverso la sua lingua madre, e quando l’argomento m’interessava, diventava mio, fino al punto che non mi riusciva a citare “chi” e “dove” l’avessi cercato.                      

 

 P. 70.

 

A questo punto mi metto nei panni del lettore chiedendomi di curiosare più a fondo sulla famiglia dello scrivente. Con quei titoli di studio mi sono incuriosito molto, e così preferirei, che sarebbero elencati tutti di seguito e fuori della situazione in cui sono stati citati. Ficcando il naso più a fondo, mi domando se si possono vedere, con i propri occhi, i documenti cartacei nell’originale, giacché sono descritti così accuratamente. Infine, sarebbe per me una gran goduria se l’autore del racconto mi parlerebbe delle sue attività lavorative, illustrando perché le ha svolte, ed elencando quali esse sono.  Fin qui il lettore.

Bene, rispondo prontamente, accetto le nominate richieste e sono pronto a dare soddisfazione completa. Circa i documenti cartacei, posso addirittura allestire una mostra. Risponderò anche sulle attività lavorative in dettaglio.

 

VITA DI FAMIGLIA

 

Cappiello Antonino, padre: 13.05.1904 – 09.01.1976. Età71 a,7 m,8 g.

Maresca Rosa, madre: 03.06.1909 – 02.01.2003. Età92 a,6 m,27 g.

Matrimonio: Trinità, 14.06.1934.

Vedovanza madre: 09.01.76.

Cappiello Antonino, figlio: 06.06.1935.

Cappiello Francesco, figlio: 07.07.1937.

Cappiello Maria Cristina, figlia: 12.03.40.

Cappiello Maria, figlia: 05.01.1947.

 

EVENTI STORICI

 

1915 – 18: I Guerra Mondiale.  -  Padre, 11-14 anni; Madre, 6-9 anni.)

1927 – 46: Ventennio.

1944: Bombardamenti. Eruzione Vesuvio. Forze Alleate in casa.

1939-45: II Guerra Mondiale.

1947: Repubblica1955: Diploma Nautico, Capitano di Macchine.

 

I PAPI NELLA NOSTRA VITA

 

Pio X, Giuseppe Sarto, di Riese, 4 agosto 1903 – 20 agosto 1914.

Benedetto XV, Giacomo Della Chiesa, di Pegli, 3 sett. 1914 – 22 gen. 1922.

Pio XI, Achille Ratti, di Desio, 6 feb. 1922 – 10 feb. 1939.

Pio XII, Eugenio Pacelli, di Roma, 2 mar. 1939 – 9 ott. 1958.

Giovanni XXIII, Angelo Roncalli, di sotto il Monte, 28 ott. 1958 – 3 giu. 1963.

1963 – 1966: Concilio Ecumenico Vaticano II.

Paolo VI, Giov. Battisti Montino, di Concesio, 21 giu. 1963 – 6 ago. 1978.

Givanni Paolo I Albini Lucani, di Canale d’Agordo, 26 ago 1978 – 28 sett. 1978.

Giovanni Paolo II, Karol Woijtila, Di Wadowice, 16 ott. 1978 – 2 apr. 2005.

Benedetto XVI, Joseph Ratzinger, di Marktl am Inn, 19 aprile 2005, all’età di 78 anni.

 

 

 

                                                                                                      P.71.

 

LO STILE DI MIA MADRE

 

Noi 4 figli siamo qui e in vita perché mia madre non ha abortito, non ci buttati via in un cassonetto, non ci ha venduto, e non ci ha fatto rapire a causa di una sua semplice distrazione. Non ci ha affidato ad alcuno, perché ci adorava!

Mia madre diceva solo e sempre la verità. Odiava la bugia e la falsità. L’educazione impartita era fatta d’esempi, più che di parole. Era sempre contenta di tutto. Si esprimeva nei nostri riguardi così: La Madonna ti guardi! – La Madonna ti accompagni! - Madonna mia, aiutalo! Era dispiaciuta del male che vedeva e ci consigliava di evitarlo. L’educazione sessuale, mamma l’ha insegnata più con l’esempio che con le parole. Mai ha fatto allusioni equivoche, mai è stata sboccata, mai ha riso sulle volgarità. In 93 anni l’ho vista sempre seduta compostamente, si è sempre vestita con decoro, è stata sempre puntuale agli appuntamenti.

Si dichiarava disponibile ad aiutare gli altri in ogni occasione. Non mi ha fatto accorgere che stavamo morendo di fame. Con quel poco che c’era, dava tutta se stessa. Non si è mai truccata, e a 93 anni era più bella di prima: la carnagione era turgida e liscia, con poche rughe, che sparivano sotto una faccia che sprizzava felicità.

Ha sofferto sempre con silenzio, con lo sguardo al cielo.

Ogni sera, al calar del Sole, si recitava tutti, insieme, il Rosario nella massima concentrazione. Non era vendicativa, non odiava, non ricordava il male ricevuto. Tutto scusava, e su ogni cosa passava sopra, tranne che alla falsità. Mia madre non si è mai ammalata, che io ricordi. A noi figli, ci chiamava sempre per nome, mai ha detto “guagliò”, e mai gli è piaciuto un soprannome.

Per quanto mi riguarda, mamma si chiama: Santa Rosa della Trinità. Tutto qui.

Scusate se è poco!

CARATTERISTICHE DEI MIEI ALUNNI

Dopo l’indirizzo educativo appena rievocato con l’educazione di mia madre, il profilo che inculcavo nei miei alunni, non poteva essere che questo.

Colti ma non orgogliosi.

Disponibili ma non servili.

Affettuosi ma non pedanti.

Aperti ma senza scantonare.

Impegnati ma senza compromessi.

Chiari ma non offensivi.

Nervosi ma non bestemmiatori.

Prudenti ma non ossessivi.

Nobili ma non vanagloriosi.

Collaboratori ma non schiavi.

Accomodanti ma non irremovibili.

Collaborare ma non scavalcare.

Amarsi ma non insuperbirsi.

Accettare se stessi per aprirsi al prossimo.

Imporsi di penetrare il pensiero del Creatore.

Tutto qui!

                                                                                                          P. 72.

 

ELENCO DEI TITOLI DI STUDIO

 

1955 – Diploma Nautico, Capitano di Macchine Marine, Nautico di Piano.

1965 – Baccalaureato in Teologia, Salerno Seminario Pio XI.

1965, 6 maggio – conseguimento Patente Auto.

1966 – Licenza in Teologia, Gesuiti, Posillipo.

1967 – Corsi all’Università Gregoriana, Roma, Via della Pilotta.

1967 – Istituto Orientale di Napoli, Corso lingue straniere.

1968 – Diploma Magistrale, Istituto Pasquale Villari, Napoli.

1968/71 – Professore di Religione al Nautico, col titolo Licenza in Teologia.

1969 – Diploma in Didattica dell’Insegnamento, C/mare.

1969 – Diploma in Didattica per i Disabili, C/mare.

1969 – Diploma in Storia Regionale, C/mare.

1969 – Diploma in Agraria, C/mare.

1970 – Diploma SUB, Corso d’Immersione con ARA, Sorrento.

1970 – Diploma di Dattilografia, Sorrento.

1971 – Concorso Magistrale Statale, Napoli, Vincitore con p. 96,60.

1972/74 – Giurisprudenza, Università di Napoli.

1973 – Abilitazione all’Insegnamento nelle Scuole Medie, Napoli.

1973 – Iscrizione all’Albo degli Insegnanti Medi, Napoli.

1975/78 – Laurea in Vigilanza (breve), Università di Salerno.

1979 – Laurea in Pedagogia, Università di Salerno.

1989/84 – Corsi Posillipo, Gesuiti, in vista della Laurea.

1984 – CELAM, Bogotà, Colombia.

1985 – Discussione Tesi di Laurea in Teologia Dogmatica, Posillipo.

1986 – Pubblicazione Tesi, La RP in AL, Ed. D’Auria, Napoli.

1992 – Corso Infermiere Professionale, Rovigo.

2000, 13 gennaio – Patente Abilitazione Comando Unità da Diporto senza limiti dalla Costa.

2004 – Corso d’Informatica, Sorrento.

2006 – Corso di disegno ad Acquerello, M° Enrico De Cenzo, Sorrento.

2007 – Pubblicazione, del sito web:  www.antoninocappiello.it

2008 – Corso di Teatro, M° Eduardo, Paola e Rosa, Scuola Tasso, Sorrento.

 

ATTIVITA’ LAVORATIVE

 

Cameriere di Sala in Hotel – Chef de Rang su Nave Passeggeri – Ufficiale di Macchine Navali – Portiere d’Albergo – Guida Turistica – Professore – Maestro – Pratica Infermiere – Ragioniere – Informatica – Disegno – Teatro. Eccetera.

 

Fine parte settima.

Traduzione

Italian English French German Portuguese Russian Spanish

Orologio