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MIRACOLO 


IL MIRACOLO. Nella Teologia Cattolica il Miracolo è inteso come fatto sensibile operato da Dio, fuori dell’ordine della natura creata e in virtù di un Suo diretto intervento. Sull’altra sponda c’è la “Corte dei Miracoli”
operante in Francia fino al XVII secolo; consisteva in un’accolita di malandrini e mendicanti che praticavano l’accattonaggio in nome di pretese e vistose infermità, le quali sparivano poi come per miracolo non appena essi rientravano nel loro rifugio.
In questo breve excursus seguiamo il IV Vangelo attribuito dai Padri a Giovanni, il discepolo che Gesù amava, senza però che sia mai nominato, chissà perché! Cf Gio 13,23 – 18,15-16 - 19,26 – 20,2 e 3 e 8 – 21,24 – ecc. Vediamo. Alle Nozze di Cana Gesù diede inizio ai suoi miracoli. I servi riempirono le giare, poi attinsero e portarono a tavola l’acqua diventata vino, dove diventare significò acquistare forma, qualità o condizioni nuove, diverse da quelle precedenti. Al verso 4,46 si usa cambiare: Andò di nuovo a Cana dove aveva cambiato l’acqua in vino. Poi ci fu il secondo miracolo: il figlio del funzionario reale che stava per morire. Quando Gesù disse: Va’, tuo figlio vive, la febbre lo lasciò; erano le ore 13:00.
Poi guarì il malato da 38 anni nell’attesa presso la piscina di Betzata vicino a Gerusalemme. Prendi il tuo lettuccio e cammina. Poi diede la vista al cieco spalmandogli sugli occhi fango e saliva, e mandandolo a lavarsi nella piscina di Sìloe. Risuscitò Lazzaro morto, e da quattro giorni nel sepolcro. Lazare veni foras! E il morto uscì. Adesso lasciamo il IV Vangelo e passiamo al Primo, attribuito da Ireneo ed altri all’Apostolo Matteo, e leggiamo precisamente al 26,26 dove c’è l’istituzione dell’Eucaristia. Questo è il mio corpo …. Questo è il mio sangue … come riportato in Mc e in Lc. Nelle Messe attuali si aggiunge offerto e versato. Checché ne sia, questo è l’ultimo miracolo, a parte la Risurrezione, che esula dal presente ambiente. Dunque, Eucaristia è uno dei Sacramenti della Chiesa Cattolica, in cui, sotto le specie del pane e del vino, si contengono realmente il corpo, il sangue, l’anima e la divinità di Gesù Cristo, e come tale accettato con varianti di dottrina teologica, dalla chiesa ortodossa, dalla Chiesa Luterana e da altre confessioni cristiane.
Di carne e di sangue si parla anche in Gio 6,51 e 6,56. Ora, dass wissen alle Leute, io frequento un corso di Pittura con acquerello presso il CTP di Sorrento. Durante una lezione, il Maestro, pennello nella mano e contor nato da noi apprendisti, ebbe a dire con sussiego: Ogni indecisione è un peccato mortale! Volendo significare che prima di poggiare sul cartoncino la punta del pennello, bisogna pensarci a lungo, sia per la pennellata, sia per il colore. Altrimenti il dipinto è solo una “schifezza” perché non è più possibile cancellare né sovrapporre. Ho riferito l’aneddoto in quanto cade proprio a pisello nel bel mezzo del discorso che stiamo portando avanti. Le riflessioni di questa formula non hanno nessuna pretesa se non quella di mettere in luce qualche disfunzione che emerge riguardo alla Logica del Creatore e nello stesso tempo mirano ad ottenere lumi-certi al riguardo, escluse le fanfaluche già note, sì, ma non soddisfacenti. Sarebbe molto doloroso sentir parlare di scomuniche, d’anatemi, di scismi o addirittura di propositiones quae reprobari debent. A tale proposito è bene rilevare che bisogna conoscere a fondo ciò che s’intende proporre, e di conseguenza dare la propria interpretazione a ciò che le Scritture riferiscono nei riguardi della Logica del Creatore, invariabile e inappuntabile, non turlupinante e tendenziosa. Vuò sapé na cosa? Capiscim’ à mmé! Insomma, terminando, il miracolo, si vede o si pensa? Ed è la stessa cosa? Statevi bene!

F i n e.


Antonino Cappiello  -Sorrento, sabato 15 dicembre 2007

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