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IL NODO DI GORDIO
Di Antonino Cappiello, Sorrento, 15.05.08
Il Vaticano II, (1958-63), pose le basi per la svolta ecclesiale; chiamata “aggiornamento”, da Giovanni XXIII. Da allora sono passati 45 anni, e ancora si parla d’applicazione mancata. La delusione deriva dal fatto che la marea di documenti prodotti probabilmente non ha colpito l’interesse di alcuno. Il motivo potrebbe essere individuato nella mancanza, e forse assenza, di preparazione pedagogica da parte degli istruttori addetti alla divulgazione. Infatti, il Papa aveva dichiarato testualmente: Altra è la sostanza dell’antica dottrina del depositum fidei, ed altra è la formulazione del suo rivestimento, per esercitare un magistero a carattere prevalentemente pastorale. Ciononostante, da qualche parte si ride, quando si sostiene: Pedagogia ancilla teologiae. Ora torniamo a noi e domandiamoci: Che cosa sono e come si legittimano reazioni e comportamenti contro la vita e contro il Datore della vita? E cos’è questa forma barbarica d’offesa al sacro, inteso come deprivazione e non come esaltazione dell’umano? La risposta diventa tragicamente verosimile e centrata, quando si ragiona come di seguito descritto. Cose e persone, di cui insieme si permette all’improvviso la libera circolazione, sono vettori che, quanto più è radicalmente conservatrice la parte che si vuole aperta, tanto più producono squassi culturali, choc identitari, reazioni autoimmunitarie. Nel Mondo ha fatto ingresso la paura, e con lei fa capolino l’altra faccia della medaglia, il cambio di prospettiva. L’effetto esterno, in mancanza di una seria educazione pedagogica, si riduce all’incertezza identitaria, che per prima cosa erode le vecchie sicurezze, i codici d’appartenenza, e la fede professata. Poi si scatenano forze primordiali per reazione, che disprezzano il nuovo, e nel contempo mirano a distruggerlo per ripristinare il vecchio. La colpa non è del Concilio. La colpa è di chi non lo sa presentare per assenza di metodologie didattiche. Il Concilio è entrato nel Mondo dei fedeli trovandoli impreparati. Se la curva pedagogica continua ad essere piatta, il sistema non regge. Come può essere garantita una vita di fede, quando non si può precisare il perché della creazione e redenzione, quando non si può definire il peccato, quando si parla di perdono senza chiarire di che si tratta, quando si presenta il male come colpa di un non identificato diavolo, e via numerando? L’alternativa è tra la riduzione o la rinuncia alla ristrutturazione complessiva. La prima ipotesi è drammatica e inaccettabile. La seconda si è fatta necessaria e lo sarà, fino a che non s’introduce la scienza pedagogica.
Senza reagire non ci sarà più un cristiano felice. Tutti finiranno – chierici e laici – per perdere nello stesso tempo dignità e indipendenza, benessere e pace. La religione cristiana esporta fede, grazia e santità. Importa ignoranza, miseria e relativismo. E’ strategico per uno sviluppo qualificato, l’uso formativo delle lezioni di pedagogia In difesa dei giovani, la meditazione delle Formule e delle Omelie, appena pubblicate sul mio sito web. Per non soffermarmi su paragone fuori posto, dico solo che la Cina laurea più di un milione d’ingegneri l’anno, e che delle 20 Università migliori del Mondo, solo 2 sono Europee. La cristianità purtroppo è distratta, e si presenta con un variopinto comitato d’accoglienza in opposizione a politici e burocrati che cercano di arginare l’afflusso. Ha a sua disposizione catechisti mercantisti e futuristi economici, banchieri apolidi e industriali demoralizzati, guaritori e sciacalli, miracoli e l’otto per mille. Basta con la miopia degli inganni. Basta con la finzione delle uguali condizioni per tutti. Basta con l’illusione che tutto possa essere risolto con la speranza. Basta con la serafica santificazione dei martiri. Basta con la leggenda dell’unica vera religione. Se le altre religioni sono buone per i cristiani, le altre religioni saranno buone anche per chi le pratica. Se vai a fare la mano morta con le altre, finirai per non avere più la tua. Basta con l’illusione del dogma dell’ispirazione. Solo perché non si sa spiegare la parabola del vino nuovo nell’otre vecchio, e della toppa nuova sul pantalone consumato. Basta con la miopia statistica. Per il caso nostro non si misura il numero, ma la qualità. La religione degli altri, prima conquista le nostre coscienze, e poi le massacra. Basta con le bugie. Basta con le accuse, con i ripensamenti e con le provocazioni. Volete essere migliori? Allora rinnovatevi! Quello che dico non è contro il cristianesimo. All’opposto è per un cristianesimo diverso, migliore! La Chiesa deve cambiare. Prima, perché, gli altri premono. Poi così fatta e guidata, non sta in piedi. Troppe regole e per di più applicate male o non applicate. Le regole necessarie sono un investimento. Le regole inutili sono una disgrazia e un costo. In più, si fa anche l’uso sbagliato delle regole utili.
Con questi chiari di luna, l’Europa vorrebbe inserire nella Costituzione che ha radici cristiane. Grazie al Cielo, la gloria di Colui che tutto move, ne ha impedito la formalizzazione per merito di Francia e Olanda. L’Europa non è riuscita a fare il “brevetto” comunitario, pur considerato strategico per competere. Non ha impostato un’efficace tutela anticontraffazione, e neppure ha tutelato il nome “CE”, che da molti si legge: “China Export”. Si è occupata della concorrenza interna, e ha preferito titillarsi sulla regolamentazione. Come dire? Baccelli dei piselli con 5 semi. L’indice rifrattometrico dei cocomeri superiore a 8° brix. Lunghezza e capienza dei preservativi. Passaporto per piante e animali. Non hanno badato a bloccare l’afflusso d’immigrati clandestini senza permesso di soggiorno, senza casa e senza lavoro, per non smentirsi sull’incremento della criminalità. La ciliegina sulla torta di quegli sconsiderati è stata la moneta comune senza la banconota da 1 Euro, e il resto lo sapete.
Dopo queste desolanti considerazioni, mettiamoci nei panni dei giovani per respirare, insieme con loro e con altri 500 milioni di soggetti, la fragranza che emana dall’ambiente in cui viviamo. Per il momento, individuiamo solo le contraddizioni in termini, proferite con sussiego da educatori-religiosi e laici-clericalizzati. Qui di seguito sono indicate le più affascinanti contraddizioni in termini: fede debole, cristiano ma lontano, amore peccaminoso, corpo glorioso, rinnovazione del sacrificio, aborto legale, stupro giustificato, pedofilia con attenuanti, abuso di potere per ordine superiore, sacrificio spirituale, errore necessario, guerra preventiva, esercito di pace, gioiosa macchina da guerra, e tanto altro, … come se si volesse dire qualcosa. Eppure le teste gloriose dell’UE le accettano, e i TG le enfatizzano. Domanda: I giovani sono contenti di queste scemenze che si vogliono far credere? Non chiedo risposta. Se c’è, ognuno la dia a se stesso. Intanto Amici, vi offro un’altra chicca: Libera Chiesa in libero Stato. Tale espressione non si pronuncia come confidenza privata, bensì si esalta in occasioni pubbliche solenni. Avete mai sentito sostenere che una Chiesa non vuole lo Stato? Oppure, che uno Stato non vuole la Chiesa? Certo che no! Allora, perché s’insiste tanto? Per parte mia non lo so, però ho creato un aneddoto adatto alla bisogna. Seguitemi ed ascoltate. Entriamo nella cucina del Grand’Hotel. Guardate, lì, al centro, c’è un tavolo con il marmo, e sopra il marmo, in bella vista, un panetto di pasta cresciuta, contornato da un velo di farina bianca. Hei! Voi due! Pronti? I lettori stanno guardando! Due cuochi incaricati, si avvicinano al tavolo, uno da una parte, uno dall’altra. Hanno in mano, il primo un coltello, l’altro un matterello. Via! All’opera! I cuochi si danno da fare. Da una parte si vuole tagliare il panetto in pezzi da friggere. Dall’altra si vuole stenderlo per farne una gran pizza. Al termine dell’insolita lotta, riuscite ad immaginare, cari Amici, cosa è successo al panetto di pasta cresciuta? Purtroppo è quello che succede al popolo di una Nazione, quando da ambo le parti si battono su: Libera Chiesa in Libero Stato!
E’ vero, i cittadini dello Stato sono gli stessi fedeli della Chiesa, e tutti se ne sbattono di entrambi. Il bello è che nessuno dei due si domanda il perché di questo sbattersene.
Allora rispondo io, perché l’ho sognato: una volta d’essere Presidente, un’altra d’essere Papa. Primo caso. Nello Studio Ovale del Quirinale, ore 15:00 di giovedì. Sullo schermo della mente passano: cittadini evasori, e poi terroristi, poi abortisti, ladri, omicidi, extracomunitari, pedofili, una-bomber, rapinatori, sequestratori, malavitosi, riciclatori, contrabbandieri, falsari, e quant’altro. Intanto rifletto: Meno male che sono solo la metà dei miei 60 milioni! Allora mi chiedo: Gli altri, cosa fanno? Già! Aspettano il loro momento per la rapina in villa. Altri invece stanno lì nell’attesa di finire nelle spire della mala-sanità per esalare l’ultimo respiro nelle mani del Cappellano. Tutti-insieme osservano la scuola allo sfascio, o i cortei di scioperanti distruttori. Ormai sono convinti, alla fine, a turno però e senza confusione, saranno scippati, o investiti, o sodomizzati. Tutti. Un Toc! Alla porta mi rompe il sonno. Vivaddio! Stavo per essere pugnalato, … in sogno!
Secondo caso. Seduto nello Studio al terzo piano del Palazzo, mi addormento sulla sedia Papale. Sfilano in sequenza durante il pisolino: fedeli senza fede, cliniche abortiste, discriminazione razziale, Abucraib e Guantanamo, accanimento terapeutico, lucciole passeggiatrici sulle tangenziali, educatori sbandati, le due leggi 40 e 194, giovani nervosi, diritti umani calpestati. Protocollo di Kioto non firmato, guerra preventiva, libertà repressa, preghiera ignorata. L’UE pronta per essere invasa e distrutta per la legge del contrappasso, perché la Storia non perdona! Stavo grattandomi la testa, quando entrò il Segretario con una profumata tazza di caffé e m’interruppe il sogno.
Un’ultima riflessione. Difendere la Patria e liberarsi dagli oppressori, è da sempre a da tutti, ritenuto gesto nobile e intervento necessario, e coloro che si sono esposti in prima linea sono considerati eroi, e commemorati ogni anno il 25 aprile. Domanda: Come mai i nostri partigiani ci lusingano tanto, mentre gli uomini che si difendono dall’oppressione della guerra preventiva sono qualificati terroristi? Non essendoci una risposta, la voce dal fondo proclama: La Storia non perdona! Ciononostante, le famiglie mandano i loro figli in guerra, - o forse mi sbaglio? – e poi vanno in Chiesa a pregare: Signore, donaci la pace! Gli educatori nutriscono i giovani con questi intrugli e poi si lamentano che essi vomitano nel salotto buono e lo sporcano.
Fin qui abbiamo osservato e scoperto che nel Mondo, in Europa, nella Nazione, non c’è, per i giovani, aria buona da respirare e nemmeno sufficiente. Si discute in TV su
Chi tradisce di più, sull’uso della droga da parte dei minori, sull’età della prima volta, eccetera, in ambito psico-pedagogico. Sul versante politico le analisi e le spiegazioni economiche sembrano mal poste e perciò svianti. Con i falsi dati, si vanno radicando falsi concetti circa moneta, inflazione e risanamento. Con questi insegnamenti si costruisce una società civile illusoria, o se vi piace, una rappresentazione illusoria delle realtà e un’ingannevole giustificazione delle scelte spesso inutili e controproducenti. Si veda il sistema bancario che ha propinato soluzioni drogate miranti alla rovina di chi le accetta. In secondo luogo si consideri che le analisi distorte non avrebbero favorito lo sviluppo economico e sociale, ma lo hanno bloccato e reso insostenibile. Però non possiamo nemmeno negare che Vulgus vult decipi – la massa vuole essere ingannata. In terza proposta si può individuare la gestione di un’economia monetaria finita nelle mani di un’oligarchia finanziaria, la quale invece di proteggere la libertà e la dignità dell’uomo preservandone il benessere, le riduce drasticamente e le incanala verso una sicura, programmata estinzione. Il principio del profitto per il profitto – il Mammona del Vangelo, non è altro che l’usura istituzionalizzata, fino ad affondare il cittadino nel debito, a causa di sovrapprezzi e oneri fiscali. Al quarto posto dovremmo concederci la libertà di qualche suggerimento teso ad indicare il ripristino della salute economica, della libertà, dei diritti politici, della sovranità dei cittadini. In primo luogo è da evitarsi l’inutilità e la dannosità dell’indebitamento bancario.
La cosa sarà possibile solo, quando il Parlamento toglierà la licenza di emettere credito e denaro senza copertura. Lo Stato poi, potrebbe riprendersi la sovranità di emettere in proprio la moneta di cui ha bisogno, senza doverla pagare alla banca centrale d’emissione. Non voglio dilungarmi oltre. Dico solo che fa pena sentire dalla bocca del giornalista durante il TG, domandarsi e domandarci: Questi giovani, cosa vogliono? Qual è la loro ricchezza? Dove credono di andare? La risposta è nelle pagine precedenti; e siate più seri! Il riferimento è al caso di Verona, - Nicola, 29 anni. Ora facciamo un altro passo avanti. La Regione emana norme legislative sulla polizia locale, sulla sanità, sull’istruzione, sull’urbanistica, sul turismo, sulla viabilità, e su quant’altro disposto dall’art. 117 e seguenti. Al momento l’attenzione è rivolta al federalismo fiscale. Da una parte è richiesto con insistenza, dall’altra è osteggiato con la motivazione che si può applicare solo, quando tutte le Regioni saranno egualmente funzionanti. In pratica, è come se si sostenesse che finché le dita della mano non saranno tutte uguali, non si scriverà, non si opererà al computer, non ci si laverà e non si mangerà. I giovani si dividono tra credenti alla prima proposta e seguaci della seconda. Forse non mi sbaglio sostenendo che la lotta parte da qui, e il caso citato di Nicola di Verona, non sfugge all’attenzione. Non è solo questo, ma è anche questo. Andiamo avanti. Per quanto riguarda la scuola mi evito di versare ruscelli d’inchiostro perché il lettore ne sa molto più dello scrivente. Ottenuto il titolo di studio, occorre il dottorato, poi la specializzazione, poi il master, poi i corsi, poi il colloquio, poi l’esame di stato, poi altro ancora. Insomma, se il primo titolo è inutile, perché si rilascia e non si passa direttamente all’ultimo? In altre parole, a quello che, una volta preso, è utile per lavorare. Tra le altre cose, c’è il funzionamento della Sanità, dell’Ordine Pubblico, dei Trasporti Locali, e tanto ancora fino alla famiglia. Nella famiglia, miei cari, voi ci vivete e non voglio tediarvi con altre ciance da parte mia. Mi concedo in ogni modo il privilegio di ricordare che il mio sito web inizia con l’esortazione: E’ sempre ora di migliorarsi! Prendi la palla al balzo! Il Vangelo racconta che il pranzo era pronto, e tutti furono invitati. Chi ci rinunziò morì di fame!
Il competente, il valoroso, l’abile, non si disprezza, si valorizza!
Il nodo di Gordio non si scioglie. Si taglia.
Alessandro Magno così conquistò trono e potere.
L’educatore miri a questo!
E i nostri figli saranno scienziati, geni, e santi.
Grazie per l’attenzione e saluti a tutti.
Sorrento, 15.05.08
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Antonino Cappiello