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Il PRIMO VANGELO
Zio Matteo da bambino
Era bello e piccolino.
Occhi azzurri e pelo eretto,
Mi sembrava un angioletto.
Visse a lungo in Galilea
Con la moglie Betsabea.
Nel 600 ab Urbe fondata
[già novantenne in quella data]
Diede la mano a morte sorella
E andò in cielo per mano di quella.
Trecent’anni dopo, per sua fortuna,
Fu ritenuto il redattore del numero Uno.
Lo disse Ireneo, oh, leggendo quel testo,
Poiché l’autore non era in contesto.
Lo seppe Matteo lodando il Signore
Con una risata durata sei ore.
Ma guarda i babbei laggiù sulla Terra
Cosa concludono pur senza guerra.
Toh! Meglio del resto il nome di un uomo
Che dire Vangelo numero uno.
La Chiesa incantata per l’ispirazione
Preferì piuttosto condannare Marcione.
Da quello momento ogni credente
Giura Matteo sia vero scrivente.
Mettere un nome male non è,
Ma perché negarlo? Che male c’è?
Altra questione è dire ispirato,
Il testo d’autore non ritrovato.
Ehi! Non diciamo che falso sia,
Ma è veramente parola di Dio?
Racconta i fatti, questo è pur vero,
Però cerchiamo parlarci sincero.
Se i cristiani fossero informati
Leggerebbero i Vangeli più entusiasmati.
Mercoledì 20 giugno 2012