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PARADISO – VM – 207
Se mi chiedi Paradiso che cos’è,
Io rispondo chiaramente: Non lo sé!
Il lemma in questione vien dall’iraniano
E pairidaeza è il nome che gli diamo.
Nel Catechismo [209] è definito “stato”
Contrariamente a “luogo” con cui è contestato.
Se però essere può uno “stato” – non si può capir con esso
Dove sono i due corpi già risuscitati adesso.
E quando ci sarà dei corpi la risurrezione,
Ci sarà forse un “luogo” a lor ricezione?
Andiamo avanti con tal discorso inviso
E domandiamoci: Che faremo in Paradiso?
O con altre parole la domanda è concepita:
In che consisterà la nostra eterna vita?
Il Catechismo [209] afferma che i beati a braccia
In eterno vedran Dio faccia a faccia!
Come sempre le parole son da Paolo propositon,
Che in greco suonan: prosopon pros prosopon. [1 Cor 13,12]
Benedetto [xii] ci assicura che visione beatifica
Mox post mortem [DH 1000] si verifica.
Al contrario l’Aquinate in Contra Gentilius [I,20]
Insegna con respectus che Deus non est corpus.
Giovannino [Gio 4,24] già la scrisse una bella chiosa:
Dio non si vede al modo di una cosa.
Per chi ha sete di sapere – Io sto qui per farlo bere,
E lo porto all’esegesi – Per fargli approfondir la tesi.
Se vedendo avrò un concetto non errato
Significa che dopo morte sol, sarò divinizzato.
Il che vuol dir che Dio non è “altro” da me,
Sarò bensì unito a lui per saper com’egli è.
Beati i puri di cuore, dice l’evangelista [Mt 5,8]
“E non pensar di veder Dio col senso della vista”.
Per concluder mio concion presente:
La risurrezione della carne appare inconsistente.
Perché? Se il concetto di eternità esclude il tempo,
Implica che esclude lo spazio allo stesso momento.
Il Verbo di Dio si è fatto ciò che siamo noi
Per far di noi ciò che è lui, dice il Lionioi.