Articoli

MORTE E GIUDIZIO – VM – 187

 

La morte entrò nel mondo col peccato,

Insegna la dottrina nel presente steccato.

Dice chiara la Sapienza [2,24] : Creò Dio l’uomo immortale,

La Morte entrò nel Mondo per invidia infernale.

Riprende il testo Paolo a’ Romani [5,12] aggiungendo correzione,

E presenta la salvezza a mo’ di redenzione.

La colpa d’Adamo, secondo lui, è come eredità o sorte,

E così pose legame causale tra peccato e morte.

Tralascio tutto il VT dove l’ira di Dio si calca a insistenza,

E penso facile: Con la morte si raggiunge il limitar dell’esistenza.

Dopo tanto disquisir: Chi ha introdotto nel Mondo la Morte?

Dio perché buono? O il Diavolo per nostra mala sorte?

Obiettivamente, il fine della vita è evento naturale

Conforme a logica dell’ente, ed è epitropale.

La fine naturale non è di certo un male,

Come male non è l’ultima pagina d’un libro geniale.

Se la morte terrena dipendesse dal peccato

Ne seguirebbe che accettar la morte è ammettere il peccato.

E poi, quale di noi, mettendo un figlio al Mondo

Direbbe d’averlo condannato a morte fino in fondo?

Paolo [1Cor 15,26] spesso inviso, dice che la morte è l’ultimo nemico.

Allora si domanda: Ma la morte, di chi è nemico?

Certamente non di Dio ch’è buon amico.

Se alla fin dei conti Dio è nostro salvatore,

Nemmeno di Satana è nemico come suo competitore.

Dunque, è nemico sol dell’uomo ignorante in religione,

Abbandonato a sé e senza Dio per atavica ragione.

Per Francesco d’Assisi la morte corporale è buona sorella,

E ci porta in giudizio per essere vagliati con stretta crivella [krinein].

Blaise Pascal, in un de’ suoi Pensieri [697] ritorna a precisare:

Chi la verità non la conosce, non la  può amare.

A chi spetta quindi la vita eterna? Domando e taccio.

Spetta a chi la possiede già adesso. Rispondo e vaccio.

  

Fine

Traduzione

Italian English French German Portuguese Russian Spanish

Orologio