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IL CIELO, DOV’È? – VM – 41

 

Dopo la morte che vita c’è?

Non si sa nulla e sai perché?

Credendo il Cristiano Cristo risorto già,

Dopo la morte, glielo dirà lui, quando l’accoglierà.

Sì, di là, ma dove? In passato erano i Cieli,

E oggi ripetiamo: Padre nostro che sei nei Cieli.

Il cielo di Aristotele era la quinta essenza,

Tutta diversa dai quattro elementi di partenza.

S’accende allor profonda discussione:

Dove sono i due corpi già in risurrezione?

Ritornan li vetusti schemi con pastori indù,

Felici di parlar la lingua di Timbuctù.

Ruini Cardinale profondo s’esprime ed è logico:

È quasi sempre chiuso l’ufficio escatologico.

Molti cristiani non riescono a pensare, a torto,

Che l’anima sopravviva separata dal corpo.

I teologi cattolici oppressi dal soma di cui son carchi,

Non avanzan soluzione adeguata agli smacchi.

Nella Torha del Giudaismo americano nel 2001 uscita:

L’anima lascia il corpo per godere in Dio l’eterna vita.

Nel Dizionario di Spiritualità della San Paolo attenta,

La voce anima è del tutto assenta.

Se la morte di Gesù veramente è avvenuta

Di sicuro contro legge di natura non è andata.

Agostino, come al solito, dicea con testa sua di legno:

Il pensiero di Dio è impenetrabile all’umano ingegno.

Facendo botta alla risposta: Perché si dice Dio essere Logos,

E questa volta mi si condiziona chiamando me, locos?

Per concluder finalmente, spero, in modo trascendente:

Il Cielo è dentro di me realisticamente.

L’eternità non è di là, è qui ed ora, veramente.

E s’imposti, per favore, la teologia universale, concretamente.

 

Fine

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