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IL PENSIERO DELL’INIZIO
Se ci sono altri esseri viventi
Il pensiero dell’inizio
È da sempre il primo sfizio.
Un deposito attraente di racconti e varianti
Con ipotesi e risposte tra di loro indipendenti.
Testimoni ineguagliati e legati da bottone
Sono il libro della Genesi e il Timeo di Platone.
In principio crea Dio con parole disadorne
E l’essere tira fuori dall’informe.
È uno stile maestoso
In cui Dio si predispose,
Con linguaggio di potenza,
A mostrare del creato l’esistenza.
Sua fatica realizza pel gran mondo
Separando e distinguendo:
Tenebre da luce nascente,
Cielo da terra brulicante,
Giorno da notte paurosa,
Acqua da acqua orgogliosa.
Che vuol fare Dio allotta?
Metter ordine è una lotta,
Lotta perché ogni elemento
Al posto giusto sia veramento.
Per imporre forme di vita nascente
Dove prima era tutto inesistente.
Solo alla fine l’uomo compare
Con una frase ch’a noi fa pensare:
Facciamo l’uomo a immagine nosta
Pria ch’arrivi a dirgli: hai la faccia tosta.
Tutta la lotta è per l’uomo creato
Perché quando arrivi sia tutto ordinato.
Tale balordo nel sonno riesce a dar vita alla donna,
Redenti più tardi da santa Madonna.
Ma poi bruscamente l’armonia si spezza
E per coprirsi sol gli manca una pezza.
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Anche in Timeo c’è un Dio, e anch’esso lavora,
Non perde tempo e nemmanco un’ora.
Nel Timeo di Platone non si fa religione,
Ei vuole al pensier-suo dar soluzione.
Manca in Platone la chiave al conflitto:
Non scende creazione nella storia con lutto.
Il pensiero del filosofo è copia e metafora,
Mentre, il mito, a suo modo, è dottrina sacra.
Il demiurgo del Timeo ha sol ontologica funzione:
È privo d’invidia, colmo di gioia. Egli è buono.
Platone ricorda con sapienza e umiltà
Che il tempo è funzione mobile dell’eternità.
L’uomo soltanto – nelle due rappresentazioni –
È la misura di tutte le cose e sue azioni.
In entrambi li casi il palcoscenico cosmologico
È solo il travestimento d’un postulato antropologico.
Eravamo e siamo ingannati da pregiudizio,
E se svincolati, faremo completa giustizia.
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Per non esser lunghi e restar nella combine
Proviamo a scriver qui il lemma fine.
In ultimo però, un quesito è propizio:
Chi altro, con noi, ha visto l’inizio?
Dio soltanto, si dice in convento:
Solo Dio, l’autore dell’evento.
E poi? Chi altro ancora?
Dipende dalla nosta risposta
Il rango occupato dalla nosta proposta.
La questione è al momento irrisolvibile
E l’equazione di Drake non è compatibile.
Due sono le possibilità estreme:
O siamo noi, con Dio, spettatori soli,
O ce ne sono altri in pianeti d’altri soli.
Da 30mila anni a questa parte
Noi siamo soli, nell’universo,
Nessun altro nel cortile di casa per converso.
Soli.
Lunedì 25 giugno 2012
Ton Cap