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LA FINE DELL’INFANZIA
Childhood’s End, by Arthur Clarke, 1953
La specie umana – dice Clarke – ha un futuro
Interamente da scoprire, ma è duro.
L’infanzia della specie sta finendo
Verso finalità ignote proiettando.
Dobbiamo meditare sulle nuove acquisizioni
Circa la velocità nei tempi d’assimilazioni.
Le prime conquiste fûron modeste:
- selci lavorate-molto e più leste,
- capacità di trasporto da un punto all’altro,
- conservazione del fuoco e poco altro.
Capacità-cranica e corporea-massa è proporzione
E si chiama quoziente di encefalizzazione.
2,5 per l’australopithecus, 3,1 per homo habilis,
3,8 per homo herectus, 5,8 per homo sapientius.
La prima rivoluzione della storia in tecnologia
È legata all’introduzione di agricoltura e metallurgia.
Fra III e IV millennio si fecero carri e ruote,
In Asia, in Europa e per chi più ne puote.
Intanto s’inizia a scrivere e si fondono città.
Iliade descrive ambienti e comunità.
Fûron fissati i primi alfabeti
E in giro pel mondo propagati.
In Grecia s’indagò sull’interiorità dell’uomo
Scoprendo lo spirito e sua funzione.
Il resto si conosce per sue pubblicazioni.
Ora noi, è noto,
siamo una freccia lanciata nell’ignoto.
Ad aspettarci è un’avventura cocente
Senza precedente.
L’Universo è storia. La vita è storia. Noi siamo storia.
Ed è esattamente questo che a noi si sta rivelando,
com’è vero che noi stiamo esistendo.
Qui siamo arrivati, e qui, letteralmente,
dobbiamo saltare in un vuoto abbagliante.
Alii alĭter sentiunt, et
Ex te quæro quid facturus sis.
Vale
SV BE EV