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LEZIONE 16:

FIGLI e ALUNNI

 

Regista.) Seguendo le tue lezioni, sono certo che tutti noi ascoltatori ci stiamo sforzando di guardare in modo diverso i nostri figli. Finora eravamo convinti che essi dovessero avere totale fiducia in noi. Non sarà forse che noi dobbiamo avere fiducia in loro?

Rispondo.) Hai ragione, e tu continua ad ascoltare con attenzione. Sono perfettamente d’accordo con Amedeo Ascione sul fatto che si devono incoraggiare i nostri giovani ad avere fiducia nelle loro risorse che a parer mio non temono competizioni, in Amedeo Ascione, L’informazione biologica per gli equilibri sociali, SEDI, Napoli 1972, pag 13. Subito la domanda: Come va trattato l’uomo che c’è di fronte, seduto nel suo banco, con i suoi problemi di sviluppo fisico e psichico? Quale messaggio trasmette a noi docenti con il suo fare sarcastico o sornione, irrequieto o imbambolato, sbarazzino o attaccabrighe? Certo è che qualcosa vuole! Che cosa? Perché? Come? Quando?  Se riusciamo a captare questi messaggi e a rispondere nel tempo giusto e nel modo giusto, sarà la vittoria del bene! Diversamente i giovani ci sfuggiranno, perderanno la fiducia nei grandi, s’imporranno, “faranno la rivoluzione”, come loro dicono, che altro non è se non la risposta sprezzante al nostro disprezzo per loro.

L’eminente scienziato Desmond Morris, nel suo ultimo libro Lo Zoo Umano, considera come l’uomo, attraverso i millenni, si è dato da fare per rendersi indipendente dall’ambiente che lo circondava, con l’intento di dominarlo, senza rendersi conto di essersi autocostretto in una prigione volontaria.

Da questo fatto deriva il variopinto comportamento umano che Desmond Morris analizza in tutte le varie stranezze, da quelle sessuali a quelle istituzionali. Molti scrittori hanno variamente considerato i lati tragici o comici della “commedia umana”, nessuno però da un punto di vista rigorosamente biologico come Desmond Morris. L’averlo fatto costituisce un notevole merito per lui, ed uno stimolo per noi ad affrontare un problema urgente del quale ci possiamo rendere conto senza difficoltà.

Reg.) L’inquietudine e l’insoddisfazione dei nostri giovani, da che cosa dipendono, quali le cause?

Risp.) L’inquietudine, l’insoddisfazione, e il comportamento sovente aberrante che si registra nei teenagers, sono anzitutto da addebitarsi ad un’accelerazione del ritmo di sviluppo.  Il che significa improvvisa immissione di quantità notevoli d’ormoni nelle zone chiavi cerebrali, l’ipofisi e l’ipotalamo. In tal modo l’incrementato ritmo di sviluppo si riflette in:

 

 

 

Squilibri,

Difficoltà di relazioni ambientali,

Anomalie comportamentali.

Il pediatra Giovanni De Toni, si è fatto promotore di una nuova disciplina intesa a studiare i fenomeni adolescenziali sotto il profilo medico e da lui denominata neaniologia, dal greco neanias + logos, adolescente + studio.  Come alla gerontologia è seguita in sede terapeutica la geriatria, la nuova branca della neaniologia sottende la prospettiva della costituzione di una neaniolatria, che provvederebbe a curare i disturbi caratteristici dell’adolescenza stessa. La pediatria si estende fino alla puerizia e alla preadolescenza, quindi sopravviene direttamente la medicina dell’adulto, dell’uomo fisicamente e psicologicamente maturo. La neaniologia intende colmare un vuoto particolarmente grave sia sotto il profilo sanitario, sia dal punto di vista psicosociologico.

L’uomo può dare il massimo delle sue possibilità solo se trova un equilibrio tra le componenti costituzionali e le influenze esterne, solo se riesce a realizzare se stesso nella sua verità ed autenticità, pur restando inserito in un contesto sociale. Vi sono individui che, inseriti nel circuito della società vivono in uno stato cronico d’allarme con ossessioni aggressive contro fantasmi d’idee, uno stato d’allarme come quello dello schizofrenico in compagnia del suo mondo maniacale nella terra di nessuno. Altri poi, perché portatori di guasti a livello del circuito arterioso, falsificano l’informazione dell’ambiente e sono protagonisti di reazioni violente contro la società. Altra ancora sono destinati a subire l’ordine di reclutamento nei confronti di una parte che trasmette il comando.

Reg.) Non potresti essere più chiaro con degli esempi?

Risp.) Il ruolo di un individuo nei confronti della società è come quello del linfocito nell’organizzazione cellulare. Il linfocito ammalato non difende l’organismo dalle noxemorbigene ma spesse volte aggredisce lo stesso organismo di cui fa parte. Il linfocito sano assicura l’equilibrio funzionale del proprio organismo. E poiché linfocito significa potenziale immunitario, gli uomini geneticamente provvisti di sufficiente carica energetica del circuito immunologico, sapranno far rispettare anche il codice che regola le azioni umane. Naturalmente da tutte queste conoscenze il maestro e il genitore non possono prescindere. Essi devono rendersi conto della società in cui vivono e del tipo di ragazzo che da loro attende una risposta ai problemi che lo assillano. Negli ultimi tempi, in qualche parte del Mondo, vi è stata un’accentuata rinascita d’interessamento all’opera di due europei, l’italiana Maria Montessori e lo svizzero Jean Piaget, sia perché hanno scoperto aspetti del pensiero e del comportamento infantili, fino allora imprevisti e sconosciuti, sia perché hanno reso esplicite leggi generali e principi fondamentali concernenti il modo di pensare e di comportarsi dei bambini. Nel caso della Montessori, quelle osservazioni condussero ad una teoria pedagogica nuova basata sugli interessi del bambino mediante la creazione dei giardini d’infanzia. Nel caso di Piaget, guidarono ad una nuova filosofia della conoscenza. Fra i molti parallelismi che si notano tra le opere della Montessori e del Piaget, uno dei più generali e profondi è l’orientamento biologico in base al quale essi affrontano il pensiero e il comportamento del bambino. Il comune orientamento biologico è importante perché ambedue gli studiosi considerano lo sviluppo mentale un prolungamento di quello biologico, governato dalle stesse leggi e principi. Va da sé, che avendo citato Ascione, Morris, De Toni, Montessori e Piaget, chi vi parla è dello stesso parere, e i risultati della sua sperimentazione vanno considerati in quella luce.

Reg.) Parlaci allora della tua sperimentazione e mostrane i risultati, altrimenti sembra che ti mantenga sul teorico.

Risp.) L’educatore per prima cosa deve tener conto dell’ambiente in cui opera se vuole “sfondare” e rendere così la sua opera gradita e fruttuosa. Questa lezione non ha la pretesa di dare insegnamenti a chicchessia, ma solo di offrire i termini per instaurare un colloquio onesto e cordiale con colleghi e genitori, in previsione di aprire finalmente il dialogo sulla “scuola nuova”, fatta su misura, più rispettosa delle esigenze degli alunni. I tempi critici che la scuola attraversa sono dovuti, da una parte, al tenore di vita che oggi si vive, dall’altra, alle crisi che si verificano nel corpo docente. Per parte mia sono convinto che i giovani accettino l’insegnamento solo se è presentato in modo conveniente, mentre lo rigettano se non ne vedono l’importanza per la vita. La scuola prepara ad inserirsi nella vita, e le occasioni della vita sono un mezzo per approfondire più e meglio gli studi.

L’insegnante deve formare l’uomo, prima che il colto. Per ottenere ciò, deve farsi amare dagli alunni e dalle famiglie. La stima degli alunni è la ricompensa massima cui un maestro deve aspirare. Antonella così scrisse in una relazione in classe:

Nelle vacanze scorse dissi a mia madre:

Mamma, io la scuola media non la voglio fare.

Poi oggi mi sono detta: Se avrò un prof come questo.

Forse ci andrò e diventerò una brava scolara.

Eppure è la prima volta che mi esercito

A sforzare il cervello e a lavorare nello studio.

Teresa redasse quasi una valutazione del maestro:

Quest’anno la scuola mi attira di più

Perché ha un tono diverso.

E’ la prima volta che in classe ho un prof e mi trovo bene.

Mi piace come spiega,

Parla di cose di cui nessuno ci ha mai parlato,

e si tratta di questioni molto importanti.

Peccato che dopo la quinta si va alle medie,

 Se ne vedono pochi sulla Terra come il prof Cappiello.

Ora io mi domando: Questa società a cui ci riferiamo, chi è? La risposta è una: Questa società siamo noi, gli adulti. Per carità, ciò non deve essere preso come un atto d’accusa, come uno specchio in cui siamo costretti a rimirarci per riconoscerci colpevoli. No, mai farei o direi una cosa del genere. Desidero solo sostenere la verità e consigliare di riflettere per trovare un giusto e aggiornato metodo pedagogico per educare i nostri figli e alunni.

Reg.) Indicami con precisione quali sono le cause del cattivo comportamento dei giovani, per favore.

Risp.) Per quanto riguarda l’anomalia comportamentale dei giovani, almeno 2 motivazioni principali sono al fondo del problema.

Primo. Il disinteresse completo dei genitori per i figli.

Secondo. L’eccessiva protezione

Nell’intento di formare un “alter ego”.

Non sarà per caso, un egoismo inconscio all’origine di tali comportamenti? MI SPIEGO. Dal comportamento menefreghista degli adulti scaturisce il monello, il ladro, il delinquente, il ragazzo che sa tutto e vede tutto. A 8 anni al massimo, può essere lui il vostro maestro. E’ il caso in cui il figlio è privato di tutto, allora deve “arrangiarsi”, è obbligato a vivere una vita da adulto, deve “inserirsi” per non restare fuori del giro. E’ questione di vita o di morte!

L’altra faccia della medaglia è l’eccessiva protezione/oppressione. Cadono in questo difetto, in genere, i genitori con figli unici, e non solo. Li vedete che accompagnano il pupillo in classe, gli portano la cartella, gli tolgono il cappotto, chiedono se il maestro sia arrivato, non lo lasciano un minuto solo. Gli concedono tutto. Una sua parola è ordine per i genitori. In casa è servito come il prete all’altare.

Sono questi i veri problemi educativi. E proprio di questi due tipi fondamentali di bambini sono formate le nostre classi. Problema: come si può far lezione, quando sono tutti insiemi? Bene, il maestro deve far qualcosa per loro, dico DEVE, perché non può non farlo. Altrimenti si peggiora una già grave situazione. Gli uni vanno ridimensionati, e gli altri vanno liberati dai loro complessi, nei limiti del possibile, tutti devono formare un cuor solo e un’anima sola con il maestro. Non è poi così difficile ottenere il cambiamento. A proposito, Kafka che nella Lettera al Padre, anticipava profeticamente tanta ribellione moderna, fu lui a sostenere che se un libro non rivoluziona in qualche modo il lettore, così da fargli riconoscere, a lettura ultimata, d’essere in qualche modo cambiato, tanto sarebbe valso non averlo scritto.

Ebbene, le nostre esperienze e le nostre conoscenze NON possono lasciarci quali eravamo. E’ troppo importante, urgente e lodevole, fare qualcosa per i nostri piccoli. Queste pagine valgono come stimolo per una rielaborazione critica dei nostri comportamenti nei confronti dei giovani. Le propongo come monito a tutti noi educatori che tendiamo ad emarginarli, perché incapaci di prestare ascolto alle loro richieste d’aiuto. Invece di lamentarcene, facciamo qualcosa di concreto per loro. Il grave errore degli adulti è quello di credere che abbiano raggiunto la maturità sol perché sono arrivati più avanti negli anni. La maggior parte dei padri pensa di avere assolto tutto il proprio compito migliorando la situazione finanziaria della famiglia, e facendo così ricadere la responsabilità di quanto avviene, tutta sulla madre. La quale non ne vuole sapere neanche lei, e stanca, lascia il figlio libero e incurato, aggiungendo che l’educazione è problema comune. A scuola, le maestre si limitano a descrivere freddamente la caratterologia degli alunni e aggiungono a voce: Che ambiente disgraziato! Che gente, mammamia! L’anno prossimo mi trasferisco!  Intanto, nell’attesa del trasferimento si osserva cinicamente il bambino con la speranza inconscia che faccia la fine della moglie di Lot, come in Gen 19,26. Eppure, ci vuole poco a fare bene, e fare il bene. Ognuno conosce la massima di Goethe: Tutto il bene è già stato pensato. Si deve solo pensarlo una seconda volta. I miei ragazzi sanno che devono vivere la loro vita, sono spinti a provare entusiasmo per tutto quello che fanno, hanno la forza di lottare e sfondare autonomamente.

Reg.) Mi puoi dire qualcosa su come i tuoi alunni hanno giudicato il loro maestro? Cosa pensano di te? Potresti provarlo?

Risp.) Ti accontento ben volentieri e non faccio fatica ad accettare il tuo invito a carne e maccheroni, e ti assicuro che mangerò a 4 palmenti. Non si tratta di ricordi, sono documenti quelli che ti presento. Contento?

A metà anno scolastico, chiedo per iscritto: Resoconto dei primi 100 giorni. Qualche elaborato è a forma di lettera postale.

Caro Professore,

Dopo cento giorni di scuola io ho appreso

Quello che si dovrebbe apprendere in due anni.

Siamo diventati famosi.

Io non riesco a manifestare la mia gioia,

Perché è una gioia troppo grande che non si può manifestare.

Voi siete il miglior professore che io ho avuto.

Cento giorni fa, eravamo solo io, Paolo e Roberto,

Ad essere i capi d’intelligenza,

Ma ora con voi ci hanno raggiunto tutti.

Io sono certo che alla fine dell’anno

Potremmo andare in terza media.

Io sono addolorato che un giorno dovremo lasciarci,

Ma vi assicuro che se dovrei rinascere e fare la scuola,

Chiederei di andare in classe vostra.

Distinti saluti. Antonio

Quando vedo che la mia opera ha trasformato mentalità, ha migliorato intelligenze, ha fatto uomini, non ho bisogno di altro, è la giusta ricompensa per il mio lavoro, mi basta e mi avanza.

Vogliamo formare i giovani!  Tutti lo gridano e nessuno muove un dito. Si lasciano abbandonati al loro destino. I genitori, la scuola, i governanti, cosa fanno per loro?

La scuola! Andarli promossi a tutti i costi, è forse un bene? O è una presa in giro? O è una forma diplomatica e crudele per schiavizzarli, mentre s’inneggia alla libertà? La persona colta non può essere dominata, e per questo che si vogliono ignoranti?

I genitori! Poco o niente esperti in campo pedagogico, a volte si ha l’impressione che di tutto s’interessano fuorché dei figli. La casa è piccola, il lavoro s’ha da fare, il divertimento è un sogno.

E il problema s’ingigantisce con il passare del tempo. Soluzione? E’ difficile! Ma da qualche parte bisogna pur iniziare,altrimenti il problema non si risolve. I giovani, sono, come noi li educhiamo! Non esistono irrecuperabili! Esiste l’educatore sbagliato! Passo ora a raccontarvi qualche aneddoto bello e stimolante.

Un bambino, stanco di stare in classe, chiede:

Maestro, quanto manca per andare a casa?

Ancora dieci minuti, mio piccolo.

Ci vuole molto per passare 10 minuti?

Ascolta Luca, il tempo non corre e non si ferma.

Fra poco ti avverto, e andiamo.

Alcuni giorni dopo, un altro:

Maestro quando ce n’andiamo?

Prima che io rispondevo, un compagno intervenne:

Non ricordi cosa affermò il maestro?

Il tempo non corre e non si ferma.

Gianni si convinse e tacque.

Francesco non sapeva scrivere certe cose.  Venne e disse:

Maestro, non lo so fare.

Subito un compagno: Non ricordi le parole del maestro?

Sforza il cervello e ci riuscirai.

Francesco tornò a posto. Poco dopo, tutto felice:

Maestro ho sforzato il cervello e ci sono riuscito.

Bravo! Che ti dicevo? Ciò che si vuole, si può ottenere.

Talvolta mi capita di dire: Maaa daaai! Com’è possiiiibile!

Quando succede qualcosa di strano che non voglio,

Subito qualche alunno richiama la mia attenzione:

Maaa daaaai! Com’è possiiiibile! All’indirizzo del compagno.

Poi a me: Vero Maeeeeestro?

Daniele venne vicino piangendo, Maestro voglio bere! – Sì, piangi, che non avrai niente. Il piccolo si fece serio e mi prese la mano: Maestro, per favore, mi fate bere? Subito servito!

Ai piccoli, durante il pasto, non faccio usare il coltello, lo tengo solo io. Quando devono mangiare la mela dico: Aspettate, passo io e ve la taglio. – Qualcuno più frettoloso: Maestro, prima a me! – E già, rispondo, non sei mica figlio alla gallina bianca? Aspetta un minuto che faccio il giro.  – Va bene, scusate, aspetto. – Bravo, hai capito che non sono un polpo con otto tentacoli e preparare 4 mele alla volta. – Maestra cos’è tentacoli? - Niente da fare adesso. Ricordami domani.

Questi bambini di cui sto parlando avevano 6 anni. Vi assicuro che questo che ho raccontato non l’ho fatto di proposito, come maestro, solo come interlocutore. Ma essi ricordavano ogni cosa, ripetevano tale e quale come avevano visto fare a me, e ripetevano esattamente come avevano sentito dire a me. Sempre o quasi, anche con lo stesso tono di voce. Dove voglio arrivare, secondo voi, amici miei? Mi preme ripetere che, se con voi si comportano in modo da farvi paura, non vi sbalordite. Vuol dire che quelle azioni le avete fatte voi, e quelle parole le avete pronunciate voi. Ora siete avvertiti. Grazie, e i figli sono vostri.

Molti si lamentano che i bambini dicono le bugie. Il chiarimento è subito pronto: Hanno capito che nessuno dei grandi dice la verità a loro. La stessa cosa succede con la religione. Appena riescono a capire che gli hanno insegnato un sacco di cose non vere, non ci passano più. Bugiardi non si nasce. Bugiardi si diventa con l’apprendimento. Con i piccoli, non è necessario tenere lunghi discorsi, non hanno la facoltà di capirli. Basta agire, ed essi ripetono esattamente. I giovani sono come noi li formiamo, e ogni giudizio negativo nei loro riguardi è segno della nostra mancata comprensione per loro. E’ vero anche che non esistono irrecuperabili, esiste l’educatore sbagliato.

Reg.) Speriamo bene! Ora t’invito a terminare, sia pure con qualche altro ricordo.

Risp.) Hai detto bene, speriamo. Il mio pensiero è che non si mortifichi più l’allievo, ma si renda responsabile di se stesso, gli s’ispiri fiducia nel suo avvenire, non con il regalo di un titolo di studio e con leggi-apparenti in suo favore, ma si guidi con una disciplina più rigida e con una cultura più profonda in modo da esserne orgoglioso e disposto ad affrontare la vita a testa alta e non sottomesso e schiavo perché conscio della sua nullità. Perché:

Schiavitù è la cosiddetta raccomandazione,

Annullamento della personalità è la lista dei giovani,

Distruzione dell’Io è il non potere e il non sapere parlare,

Arroganza e presunzione dipendono dalla mortificazione dovuta all’ignoranza.

Ribellione e contestazione sono la reazione all’oppressione intellettuale,

Sbandamento e ricerca del nuovo dipendono dalla mancata comprensione,

Droga e rapina sono frutto di mancato amore verso i giovani che cercano altrove le loro gioie,

Libertà indiscriminata ed incontrollata del sesso la dice lunga,

Sugli stupidi tabù e sul mancato affetto in tenera età,

L’incredulità dei giovani su quello che s’insegna.

È frutto delle bugie dette dai grandi nella loro prima infanzia.

E’ vero, questa è la gioventù,

Ma questo è anche il terrificante Mondo dei grandi,

Che sta preparando lo sfacelo di domani.

E io continuo a scrivere in difesa dei giovani.


Antonino Cappiello - Sorrento, domenica 2 dicembre 2007

 

                                                          

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